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Olio di canapa per candele con cere di soia e api. Storie italiane, artigianalità e sperimentazione
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Cere biologiche per candele, un’alternativa anche con l’olio di canapa

In sostituzione della paraffina, l’olio di canapa può essere impiegato come olio essenziale nella realizzazione di candele con cere di soia o di api. Storie italiane di artigianalità e sperimentazione 

Come si realizza una candela

L’olio di canapa potrebbe essere impiegato come olio essenziale durante la realizzazione di candele con cere di soia o di api. «L’olio di canapa nelle candele potrebbe avere benefici rilassanti nel momento in cui il profumo si diffonde nell’ambiente», dice Debora Grossi, visual designer e fondatrice di DEA Warehouse. Debora Grossi realizza candele in cera di soia vendute sia online sia a Milano, all’interno di una boutique chiamata Green Fingers Market e curata dall’artista e plant designer giapponese Satoshi Kawamoto. Tutto è partito dall’originario desiderio di realizzare candele per sé. «Amo girare per le città e scoprire negozi e mercati vintage. È lì che recupero i bicchieri per la base delle mie candele, mai uguali tra loro». La cera impiegata da Grossi è di soia, senza paraffina. «Diluisco la cera a bagnomaria in un contenitore di vetro, facendola arrivare ad un grado di ebollizione mai superiore agli ottanta gradi. Per cento grammi di cera, in ogni candela inserisco sessanta gocce di oli essenziali biologici».

Oli per candele: tipologie e caratteristiche

Gli oli: olio di chiodi di garofano, di finocchio o di rosmarino. Insieme a questi «metto delle scaglie di colore naturale». La cera è poi versata nel bicchiere e mescolata finché le scaglie non si sciolgono. «Successivamente appoggio il ferma stoppino d’acciaio che regge i lembi del bicchiere e al centro inserisco uno stoppino. Quando la composizione è pronta, verso la cera». Dopo qualche ora necessaria al raffreddamento, si aggiunge un secondo strato più sottile, a fine decorativo. «Faccio passare qualche altra ora e da ultimo copro il diametro del bicchiere con un topping di seta». È di seta anche l’etichetta delle candele che riporta il nome del marchio. Sottostante a questa, un’altra etichetta in carta vegetale su cui sono riportati gli ingredienti. La decisione di realizzare candele in cera di soia deriva dallo studio delle biocere disponibili sul mercato. «La cera di soia è la più difficile da lavorare, all’inizio lo stoppino si spegneva. Ho dovuto fare varie prove per far sì che la candela restasse accesa, utilizzando colori in scaglie e uno stoppino vegetale incerato nella stessa cera di soia».

Paraffina: perché è nociva per la salute

Le biocere rappresentano oggi la primaria alternativa alla paraffina. La paraffina è un sottoprodotto della lavorazione del petrolio, di colore bianco e inodore. Uno studio condotto dalla South Carolina State University nel 2009 ha evidenziato come bruciare candele di paraffina possa rilasciare emissioni inquinanti. Queste sostanze possono causare cancro, allergie e asma quando inalate e usate frequentemente. Risulta inoltre nociva la combustione di stoppini con anima in piombo, che la European Candle Association raccomanda di non usare. Tra le alternative alla paraffina figurano la cera d’api, secreta dalle api; la cera di soia, derivata dalla soia vegetale e la stearina, un mix di acido stearico e acido palmitico, entrambi provenienti da olii naturali. «La paraffina è un derivato del petrolio, che è una fonte non rinnovabile», spiega Valerio Allegro, fondatore e CEO di Allegro Natura, azienda artigianale di Leinì (provincia di Torino, ndr.) che produce cosmetici e prodotti per la casa bio. 

Allegro Natura, azienda di cosmesi

L’azienda è stata fondata nel 2008. «Abbiamo iniziato con una piccola linea di detergenti per la casa, per poi orientarci verso la cosmetica». Tutti i prodotti sono realizzati nello stabilimento di Leinì. «Produciamo tutto all’interno del nostro sistema aziendale, in modo da poter controllare la filiera delle materie prime che utilizziamo». All’interno dello stabilimento Allegro Natura è utilizzata energia rinnovabile a impatto zero e gas naturale, certificata LifeGate. Le candele biologiche di Allegro Natura sono realizzate in cera di soia e cera di colza, che si ottiene dalla polimerizzazione dell’olio di colza. «Abbiamo iniziato circa tre anni fa, producendo candele in modalità private label, ovvero per clienti privati», spiega Allegro. «Lavorare con le cere vegetali è più difficili, perché non c’è un vero e proprio punto di fusione fisso, ma vanno fatte diverse prove».

Candele, realizzazione artigianale

La cera è scaldata e fusa in un fusore. Dopodiché, è mescolata con gli oli essenziali e colata a caldo nei barattoli, dove è inserito uno stoppino in cotone biologico. Il packaging. «Non utilizziamo confezioni in plastica e diffidiamo anche delle bioplastiche, che sono biobased, ovvero derivanti da biomasse, ma non biodegradabili». Ne consegue che tutti i prodotti Allegro Natura sono imballati in vetro o alluminio. Le candele sono proposte in confezioni di vetro viola di origine olandese. Tra gli oli impiegati da Allegro Natura ci sono olio di arancia, eucalipto, menta, lavanda e salvia, che rispettano i disciplinari AIAB. Le candele sono di quattro tipologie. «C’è la candela ‘Amore’, in cera di soia, con citronella e limone. Poi c’è ‘Purezza’ contenente oli essenziali puri di menta e di salvia. Segue ‘Tranquillità’, con olio essenziale di lavanda biologico, dalle proprietà rilassanti e calmanti. Infine, ‘Respiro in libertà’, con olio essenziale di eucalipto bio, rinfrescante e purificante, ed ‘Energia’, con olio essenziale di lemongrass, dalla funzione energizzante, oltre che ottima per combattere i cattivi odori», racconta Valerio Allegro. La maggior parte degli ingredienti utilizzati per le candele e per gli altri prodotti Allegro Natura provengono da agricoltura biologica. Le candele sono approvate da ‘Vegan Society’, associazione benefica inglese che certifica che i prodotti siano privi di ingredienti o derivati di origine animale. La Lav (Lega Anti Vivisezione, ndr.) attesta inoltre che i prodotti non sono testati sugli animali. Rispetto al possibile utilizzo dell’olio di canapa all’interno delle candele: «Bisogna fare prove di stabilità. Qualche anno fa abbiamo prodotto una candela in cera di riso su richiesta di un’azienda che produce riso e una contenente olio di oliva per un’industria olearia».  

La Garibaldina, cereria artigiana

Le candele con olio di canapa sono realizzate da La Garibaldina, una cereria artigiana con sede a Cetona, borgo medievale in provincia di Siena, fondata dall’artigiana Paola Doricchi. «Tra la prima e la seconda guerra d’indipendenza italiana, Giuseppe Garibaldi fu mandato in esilio e si rifugiò a New York, dove fu accolto dal patriota Antonio Meucci, che nel retro della sua casa aveva aperto una fabbrica di candele di cui lo stesso Garibaldi divenne socio», racconta Doricchi, la cui passione per l’artigianalità è radicata a Roma. «Sono originaria di Cetona, ma per anni ho vissuto a Roma, ed è stato lì che nel 2013 ho aperto la mia prima cereria, in zona San Lorenzo. Qualche anno dopo, nel 2017, sono ritornata a Cetona, dove ho aperto La Garibaldina». Le candele sono realizzate in bottega. «Utilizzo tre macchine per la cera, enormi bagnomaria nei quali l’acqua è scaldata ad una temperatura di ottanta gradi. All’interno vi sono dei fusti d’acciaio in quantità variabile da tre a sei, a seconda della grandezza della caldaia». La cera è sciolta in queste macchine. «Una volta sciolta, si colora con pigmenti naturali o provenienti dall’industria alimentare e mischiata con oli naturali. La cera si fa colare in stampi geometrici e poi è lavorata manualmente a freddo», continua Paola Doricchi.

Candele da candelabro senza paraffina

Le candele da candelabro sono realizzate in stearina vegetale senza paraffina, mix di acido stearico e acido palmitico biodegradabile. «Le candele di questo tipo non possono essere realizzate né in cera d’api né in cera di soia, perché queste sono molto morbide». La cera di soia è impiegata per tutte le altre candele, inserite in contenitori di ceramica come barattoli o vasi. «La cera che utilizzo è vegetale, dalla consistenza burrosa. Quando riesco a reperirla, utilizzo la cera di soia no OGM». Lo stoppino è in legno di bambù o in cotone riciclato. I materiali sono di provenienza italiana, acquistati da aziende di Rimini e Torino. Paola Doricchi realizza anche candele all’olio di oliva, chiamate ‘Le Cetonesi’ per via della tradizione olearia che caratterizza il borgo. «Per queste candele mi sono fatta fare un’essenza con olive e foglie, dalla profumazione molto erbosa. Le candele possono essere all’olio puro, oppure integrate con olio di salvia, di limone, di rosmarino».

Candele in cera di soia con olio di canapa sativa

«In Toscana, prima che le attuali leggi ne rendessero più difficile la coltivazione, la canapa era uno dei prodotti più lavorati, sin dal Settecento». Le candele sono realizzate in cera di soia, con olio di canapa sativa senza THC importato da un’azienda agricola di Rimini. «La canapa è una pianta dalle proprietà benefiche e quando è impiegata come fragranza nella realizzazione delle candele garantisce benessere». Il packaging delle candele è riciclabile. «La carta è riciclata, certificata PEFC e a zero impatto ambientale. Insieme alle candele spesso spedisco un pacchetto di fiammiferi danesi di legno», aggiunge Doricchi. La Garibaldina, oltre a produrre candele, crea anche cosmetici naturali in collaborazione con l’azienda di cosmesi Idea Toscana. I prodotti sono privi di petrolati, siliconi, parabeni, paraffine e coloranti artificiali, oltre che non testati sugli animali.

Raja Candles e l’idea della ricarica per candele

«Ho lavorato per molti anni nel mondo della vendita, ma ho sempre voluto avere un mio brand», racconta Raja Al Ansi ha avuto l’idea per fondare il suo small business di candele vegane durante il periodo della pandemia. Prima di iniziare questo progetto ha lavorato per un marchio specializzato in vendita di candele e si è resa conto di cosa cercava il cliente: «tante persone domandavano se fosse possibile, una volta terminata la cera, tornare in negozio per farsi riempire nuovamente il barattolo. Ho realizzato che nessuno si occupava di fornire una ricarica per la candela, una volta consumata.» Nel periodo di lockdown ha comprato un kit per realizzare candele e ha iniziato a creare le sue. «Le prime che ho fatto non si accendevano nemmeno, mi ci è voluta molta pratica ma poi ho imparato.» Raja ha deciso di pubblicizzare le sue candele sulla sua pagina Instagram e quando è stato possibile ricominciare ad uscire di casa verso fine pandemia, ha iniziato ad andare nelle case dei vicini per ritirare i barattoli vuoti delle candele e fare il refill di cera. 

Barattoli riutilizzabili e hand-made

Oltre alla ricarica delle candele, che permette di ridurre gli sprechi e la produzione di imballaggi, Raja ha pensato di realizzare candele dentro a oggetti che possano essere riutilizzati, ad esempio nei bicchieri da cocktail. Il barattolo iconico del marchio Raja Candles invece, è nato quando una signora ha chiesto a Raja un refill in un barattolo di cristallo con coperchio: «molti clienti hanno iniziato a chiedere delle candele con lo stesso barattolo. Sono riuscita a trovarlo e ho iniziato a utilizzarlo. Con il passare del tempo però, ho deciso di provare a realizzare a mano anche il barattolo in modo che fosse unico. Ho scoperto così un materiale che si chiama gesmonite, una resina atossica a base acqua, con cui realizzo anche vassoi e bicchieri». Raja Candles ha avuto successo anche tra realtà che non si occupano di candele:

«A settembre dell’anno scorso ero alla ricerca di uno spazio per esporre le mie candele durante il Salone del Mobile. Sono entrata in contatto con un brand di scarpe [DATE], che mi ha dato la possibilità di organizzare la loro vetrina in zona Brera e di creare una candela apposta per loro. Ho potuto trasformare il loro negozio, allestendolo con piante ornamentali, in modo da far emergere la mia filosofia sul lavoro, legata al mondo del vegan e della natura, coinvolgendo un altro brand che realizza kokedama e terrari [KOI KOI]. La collaborazione continua, abbiamo da poco creato una candela utilizzando come stampo un loro modello di scarpa».

Candele vegane con cera di soia

Per le Raja Candles viene utilizzata la cera di soia, che è naturale e non è tossica. «Ho provato anche con la cera d’api all’inizio. Però, anche se alle api non viene fatto nulla durante il prelevamento della cera, ho preferito utilizzare un’alternativa 100% vegana» Raja ha deciso di non usare la paraffina, perché disperde nell’ambiente particelle di petrolio una volta che la candela è accesa, oltre al fatto che la cera di soia ha una combustione più lenta.

Lo stoppino è di legno e non di cotone, «ho scelto il legno perché scoppietta e fa una fiamma simile a quella del camino. Può sembrare più difficile da accendere, ma una volta che la fiamma entra in contatto con la cera e lo stoppino si scalda, non si spegne più». Per la colorazione delle candele utilizza i pigmenti di mica, coloranti minerali naturali, e come profumazioni delle fragranze atossiche ideali per le candele, in modo che durino a lungo durante la combustione. «Ho tanti nipoti e la prima persona che ha utilizzato una mia candela è stata mia cognata quando era incinta. I miei amici per testano le mie candele, per capire la loro durata. Ho deciso di utilizzare ingredienti naturali perché mi sta a cuore la mia salute e quella degli altri».

Anna Quirino

L’autore non collabora, non lavora né partecipa, non riceve compensi né finanziamenti, da alcuna azienda o organizzazione che possa ricevere vantaggi economici o di sorta dalla pubblicazione di questo articolo.

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