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Artissima 2021: i vantaggi di fare arte nell’era digitale

«Se hai un’intuizione puoi produrla. Per il teatro, l’architettura, il cinema devi trovare i finanziamenti» – la direttrice della fiera Ilaria Bonacossa sull’edizione 2021 e sul mercato dell’arte contemporanea

Le ibridazioni e le sperimentazioni digitali nate dalla pandemia mondiale, in campo artistico, hanno lasciato il pubblico digiuno di eventi dal vivo. Sono maturate nuove sensibilità e un modo ibrido di intendere la materia artistica, soprattutto per chi sta crescendo e studiando a stretto contatto con il mondo digitale. Ilaria Bonacossa, direttrice di Artissima ha seguito il rapporto dei più giovani con le piattaforme online – intese sia come luogo di produzione dell’arte sia come spazio di vendita – e le forme dell’arte contemporanea. 

Xiaomi: il progetto RestART ad Artissima 2021

La ventottesima edizione di Artissima – in programma a Torino dal 4 al 9 novembre – ospiterà tra gli altri i lavori digitali di sette studenti della Nuova Accademia delle Belle Arti (NABA), scelti da Bonacossa per rappresentare le influenze dell’innovazione tecnologica sulla produzione artistica delle nuove generazioni. Il progetto Xiaomi HyperCharge RestART – presentato nel corso della 78° mostra del cinema di Venezia, ha permesso agli studenti di assistere alla prima delle tre masterclass previste dal concorso. Gli studenti realizzano sette contenuti videografici con il nuovo smartphone Xiaomi 11T pro e avvalendosi della supervisione di Bonacossa. Nella lezione Creare la magia del cinema, animata dal regista Mario Martone e dall’attore Salvatore Esposito, hanno appreso le conseguenze dell’immediatezza e della condivisione seriale nelle arti.

La ricerca dell’autorialità, dove la tecnologia tende a favorire l’omologazione, è una delle questioni centrali per i giovani artisti, impegnati in una mediazione difficile tra la propria voce artistica e le necessità della condivisione immediata. Secondo Martone «siamo ormai distanti anni luce dal mondo del magnetico e della pellicola, seguendo una spinta verso la sperimentazione iniziata già dagli anni Settanta». Martone parla di un allontanamento dalla serialità – rappresentata in quel periodo dal cinema e dalle pellicole in Super8 millimetri – attraverso la sperimentazione che le nuove tecnologie offrivano al tempo: «Facevo un teatro non di recitazione, ma di azione montaggio e musica. Si trattava di un cinema selvaggio, fatto sul palcoscenico, dove si guardava alle nuove possibilità: le nuove videocamere, qualcosa che non si era mai visto».

L’arte controtempo 

La compenetrazione della tecnologia nei processi artistici ha rivoluzionato il tempo dell’arte. Una riflessione sul tempo sempre più aperta, che non si limita più al ritorno spaziale della materia dopo un anno di congelamento pandemico. Le correnti artistiche hanno ispirato altre arti, precorrendo a livello teorico il loro sviluppo. Bonacossa spiega il ruolo pioniere dell’arte con un esempio, che accosta il movimento minimal alla moda degli anni Novanta: «L’arte ha sempre la capacità di anticipare, con un vantaggio rispetto alle altre forme: se hai un’intuizione puoi produrla. Per il teatro, l’architettura, il cinema devi trovare i finanziamenti», spiega Bonacossa. 

Già nel 2020 Artissima aveva risposto alle istanze della pandemia, dando vita a un’edizione ibrida, la prima volta di un’edizione fisica e diffusa nei musei torinesi affiancata da un catalogo online. Nel 2021 la dimensione temporale dell’arte è ibrida e ‘controtempo’ come spiega la direttrice di Artissima: «Ci siamo interrogati sul tempo sospeso – partiamo o non partiamo? L’arte vive un po’ questo tempo sbagliato. Il controtempo batte sul tempo debole per trarne qualcosa di positivo – è forse un po’ quello che dobbiamo fare tutti: sapere come rendere il controtempo costruttivo».

Il riferimento è alla cognizione del tempo cambiata inevitabilmente dai lunghi tempi incolore dei lockdown, fino alla ripresa dei ritmi frenetici – il tempo ristretto – della fine delle restrizioni.  Su questi momenti distonici si sofferma il controtempo artistico: «Il tempo della creazione e della fruizione dell’arte si sono inseguiti, a volte incontrati, trovando nuove dimensioni di condivisione», spiega Bonacossa. Controtempo è il momento che spiazza, la distonia che in musica rappresenta un contrasto ritmico prodotto dall’alternarsi di pausa sul tempo forte e nota sul tempo debole. Nello sport è il colpo imprevisto, che l’avversario non si aspetta e porta il match a un livello successivo. 

Artissima XYZ

Artissima XYZ è la piattaforma digitale della fiera torinese, sostenuta dalla Fondazione Compagnia di San Paolo, che nasce in continuità con Artissima Digital, ecosistema digitale della fiera dal 2017. Dal 2020. Per l’edizione 2021, dal 4 al 9 novembre, le tre sezioni di Artissima XYZ – Present Future, Back to the Future e Disegni – saranno visibili online e fisicamente in tre mostre fisiche all’Oval di Torino – lo spazio espositivo del quartiere Lingotto. una per ogni sezione, con lavori selezionati per ciascuna delle gallerie partecipanti, che comprenderanno anche i lavori degli studenti NABA per il progetto Xiaomi HyperCharge RestART. 

Il paradosso dell’influenza digitale su ciò che si prefigura come materia – un dipinto, una scultura, un disegno – smette di essere paradosso nel momento in cui l’arte resta aperta a nuove sperimentazioni e innova. «La fiera esula dal gusto personale, per il museo parliamo di un lavoro intellettuale più distillato. L’arte contemporanea ha questa sfida: può agire in controtempo, come per gli artisti che tornano a disegnare nel mondo del digitale», spiega Bonacossa. 

Mercato digitale dell’arte

Le piattaforme di vendita online sono state le ancore di salvataggio per un intero settore, che ha visto un incremento di aste online pari al +204%, secondo le stime del report Deloitte Lo stato dell’arte ai tempi del Covid-19.  A Milano la piattaforma online Artsy ha lanciato la Milan Gallery Community, progetto dedicato al mercato online di opere d’arte che ha scelto l’Italia per inaugurare il lancio delle proprie community. Il digitale, l’apertura del mercato a una maggiore trasparenza, alle istanze sociali e delle minoranze e allo sviluppo dell’arte ‘al femminile’ rappresentano l’inizio di un cambiamento: Si tratta di un mercato polarizzato: l’opera del giovane artista da 15mila 20mila euro fa fatica ad avere successo. Quel momento di innamoramento deve essere sentito di pancia dai collezionisti. Poi ci sono gli investitori, incuriositi. Hanno dei fondi e decidono di diversificare il portafogli». 

Arte come bene di investimento

Un dato incontrovertibile è l’affermazione dell’arte come bene di investimento, come testimonia anche l’interessamento dei nuovi collezionisti: secondo i dati di Christie’s il 32% degli acquisti online nel 2020 sono state realizzate da millenial, tra i 28 e i 35 anni. «Gli investimenti sono in crescita esponenziale. Il mercato dell’arte sfugge alle logiche del mercato tradizionale, spesso chi decide di investire nell’arte non conosce le coordinate per mappare il mercato. Prima la domanda di beni artistici si concentrava nel mondo dell’antiquariato, adesso fare l’artista non è solo una vocazione ma può diventare un mestiere».

Ilaria Bonacossa

Ilaria Bonacossa è direttrice della Fiera Internazionale d’Arte Contemporanea Artissima di Torino. Si è laureata in Storia dell’Arte Contemporanea all’Università di Milano, dopo aver conseguito un Master in Studi Curatoriali al Bard College (USA), ha lavorato a New York alla Biennale di Whitney. Dopo 8 anni come curatrice della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo a Torino, dal 2012 al 2017 è stata Direttore Artistico del Museo Villa Croce di Genova. Nel 2013 ha curato il progetto di Katrin Sigurdardottir al Padiglione Islanda della Biennale di Venezia.

È stata membro del comitato tecnico per le acquisizioni di FRAC Provenza-Alpi Costa Azzurra a Marsiglia, del comitato direttivo del PAC di Milano e direttore del programma internazionale Artist’s Pension Trust. Nel 2007 è stata membro della giuria per il Leone d’oro della 52° Biennale d’Arte di Venezia e nel 2013 della giuria per il premio della Fondazione Inamori a Kyoto. È curatrice di installazioni d’arte contemporanea site specific per Antinori Art Projects, Firenze e direttore artistico della Fondazione La Raia, Gavi.

Emanuela Colaci

L’autore non collabora, non lavora né partecipa, non riceve compensi né finanziamenti, da alcuna azienda o organizzazione che possa ricevere vantaggi economici o di sorta dalla pubblicazione di questo articolo.

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