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La Pista 500 del Lingotto: 40mila piante a ventotto metri di altezza

Da pista di collaudo simbolo della casa automobilistica torinese FIAT a giardino pensile contenitore di biodiversità floristica e installazioni d’arte contemporanea

Lingotto, Nizza Millefonti, Torino

Il comprensorio del Lingotto, sito nel quartiere di Nizza Millefonti a Torino, è luogo simbolo dell’industria automobilistica italiana. Progettata nel 1915 dall’ingegnere Matté Trucco, la struttura fu realizzata su modello degli stabilimenti americani Ford seguendo lo stile architettonico razionalista e perseguendo come obiettivo la funzionalità produttiva. I lavori furono ultimati nel 1930 e nella progettazione fu inclusa la realizzazione nel 1919 di una pista asfaltata di collaudo lunga 1/1,5 km sul tetto del comprensorio. Sulle estremità, sono state studiate due curve paraboliche in modo che potessero essere affrontate con una velocità fino ai 90 km/h. 

La riqualificazione e riconversione dell’architetto Renzo Piano 

Dal 1983 al 2002 il Lingotto, dismesso dalla sua funzionalità produttiva e diventando simbolo dell’archeologia industriale, fu oggetto di una riqualificazione commerciale da parte dell’architetto genovese Renzo Piano, il quale lo riconvertì a centro polifunzionale modificando gli ambienti interni e lasciando l’esterno della struttura inalterata. 

L’architetto Piano non modificò la pista ma introdusse nel 1994 la Bolla: una sala riunioni paronamica semi sferica attrezzata per venticinque posti, realizzata in acciaio e vetro-cristallo con vista sulle Alpi. Sulla stessa struttura portante della Bolla vi è un disco da eliporto per facilitare l’atterraggio di elicotteri. Nei trent’anni successivi la pista è rimasta inalterata, con il piano d’asfalto e i blocchetti originari e senza funzioni effettive. Risale al 2002 l’inaugurazione all’interno del comprensorio del Lingotto la Pinacoteca Agnelli, progettata per valorizzare la storica collezione d’arte di Giovanni e Marella Agnelli. 

Lampoon intervista Benedetto Camerana, architetto dello studio Camerana&Partners

«L’idea della trasformazione nasce dalla presidenza della Pinacoteca e da me subito accolta», esordisce l’architetto Benedetto Camerana, incaricato nel 2019 dallo Stellantis Group di trasformare la storica pista del Lingotto in un giardino pensile inaugurato nel settembre 2021. 

Il modello di riferimento internazionale per la trasformazione è stato la High Line di New York, la quale ha portato un percorso di natura e arte sulla sopraelevata ferroviaria dismessa. La Pista 500 è progettata per essere un luogo dal carattere sperimentale che vede l’integrazione nel giardino pensile di una pista destinata a veicoli a propulsione elettrica: «L’idea originale pone al centro la funzione storica del luogo, attualizzandola secondo le condizioni della contemporaneità» prosegue Camerana. 

Il giardino pensile e la sua biodiversità in chiave locale

«Insieme a Cristiana Ruspa, che ho chiamato a collaborare per la parte botanica, abbiamo selezionato specie autoctone a bassa manutenzione che potessero resistere in un clima sempre soleggiato e ventoso come quello della copertura del Lingotto». La Pista 500 si estende per 27.000 metri quadri di tetto con 6.000 metri quadri di installazioni naturali suddivisi in ventotto ‘isole’ verdi, un polmone verde a ventotto metri di altezza che conta più di quarantamila piante di oltre trecento specie autoctone diverse.

«Il criterio che ci ha guidati è quello della biodiversità in chiave locale, senza alcune concessione all’esotismo spesso richiesto nei giardini» spiega l’architetto. La scelta è ricaduta su piante caratteristiche del Piemonte e della Liguria; il progetto ha inoltre previsto l’accostamento di specie che fioriscono in diversi momenti dell’anno e di piante stagionali che offrono uno scenario cangiante e sempre diverso ad ogni visita.

La sinergia tra il progetto architettonico e la Pinacoteca Agnelli

Si è pensato al giardino pensile Pista 500 come fucina di percorsi tematici, rivisitando questo concetto in chiave contemporanea riprendendo i giardini rinascimentali italiani e francesi. Il progetto offre ai cittadini e ai visitatori aree di meditazione, yoga, la pista per la corsa, infografiche sul panorama della città, spazi per il gioco e un percorso di visita alle opere d’arte, soprattutto a partire dal progetto di installazioni artistiche avviato da poco dalla Pinacoteca Agnelli. 

«La sinergia è nata definendo, insieme alla direttrice della Pinacoteca Agnelli Sarah Cosulich, la posizione delle installazioni artistiche in modo che fossero in armonia con la linea progettuale del giardino. Le opere sono interpretazioni del luogo e le riflessioni degli autori sono nate da una serie di elementi caratteristici del luogo come la memoria industriale, la produzione meccanica, le vedute panoramiche oltre alla trasformazione di Renzo Piano e allo stesso progetto architettonico del giardino pensile» afferma l’architetto Camerana riguardo alla sinergia che si è creata tra il progetto della Pista 500 e la Pinacoteca Agnelli.

Lampoon intervista Sarah Cosulich, direttrice della Pinacoteca Agnelli 

Nel 2022 inizia un nuovo corso per la Pinacoteca Agnelli in occasione del ventesimo anno di attività. La nuova direzione di Sarah Cosulich comprende la produzione di nuove mostre negli spazi interni del museo – detto Scrigno –, un progetto inedito di riattivazione della collezione permanente e l’espansione degli spazi sull’iconica Pista 500. 

«Fin dal mio arrivo – commenta la direttrice della Pinacoteca Agnelli Sarah Cosulich – ho immaginato la storica pista di collaudo della fabbrica FIAT sul tetto del Lingotto come un potenziale per il museo. Il nuovo messaggio sostenibile della casa automobilistica si è concretizzato nella creazione di un tetto fiorito sulla città, una passeggiata verde dove occasionalmente le FIAT 500 elettriche possono essere testate a stretto contatto con l’architettura, tra l’archeologia industriale di Matté Trucco e la riconversione di Renzo Piano».

Installazioni artistiche e ambientali sul tetto del Lingotto

La Pista 500 diventa un progetto d’arte all’aperto: una serie di installazioni artistiche e ambientali che dialogano con l’architettura, il paesaggio e i simboli della storica pista. La prima edizione, inaugurata il 27 maggio 2022 e curata da Sarah Cosulich e Lucrezia Calabrò Visconti, include opere site specific di sette artiste e artisti contemporanei: Nina Beier, VALIE EXPORT, Sylvie Fleury, Shilpa Gupta, Louise Lawler, Mark Leckey e Cally Spooner.

Alcune sono installazioni che si misurano con l’eredità del Lingotto per esplorare le implicazioni sociali, culturali e politiche della sua trasformazione. Altre opere avviano riflessioni sul monumento confrontandosi con la tradizione della storia dell’arte e con i simboli presenti negli spazi pubblici delle città. Alcuni dei lavori rendono più difficili gli immaginari tradizionali maschili legati alla fabbrica e all’automobile portando prospettive plurali in un luogo connotato da narrazioni fatte da uomini.

«Con la squadra della Pinacoteca abbiamo lavorato incessantemente con la visione di farlo diventare uno spazio per l’arte, uno spazio in cui le opere sono pensate dagli artisti per questo contesto. Invitiamo gli artisti a relazionarsi con questo luogo e a pensare in dialogo con tutto ciò che esso è e con le storie che lo spazio porta con sé» commenta Cosulich.

Gli interventi sulla pista abbracciano diversi linguaggi della scultura, da installazioni audio o ambientali, opere luminose o sonore, interventi video o di cinema espanso, sculture che sperimentano con materiali urbani e infine progetti funzionali alle necessità di chi attraversa la pista o legati all’architettura industriale. 

I progetti della Pinacoteca Agnelli per la Pista 500

Il programma offre prospettive plurali sull’idea di arte pubblica e i singoli progetti sono pensati per essere inaugurati gradualmente nel corso dei prossimi tre anni, seguendo l’idea di un percorso espositivo in continua trasformazione. «La Pista 500 ospiterà opere sempre nuove. L’idea è quella di una mostra all’aperto che si sviluppa nel tempo oltre che nello spazio, con dialoghi inediti tra i lavori esposti, il luogo che le ospita e i molteplici pubblici a cui il progetto si rivolge» afferma Sarah Cosulich.

Giulia De Sanctis

L’autore non collabora, non lavora né partecipa, non riceve compensi né finanziamenti, da alcuna azienda o organizzazione che possa ricevere vantaggi economici o di sorta dalla pubblicazione di questo articolo.

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