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World Living Soils Forum ad Arles – l’impegno a proteggere il suolo e cambiare pratiche agricole convenzionali 

I costi e lo scetticismo dei viticoltori locali ostacolano l’adozione di approcci meno impattanti. In un’agorà eco-progettata con materiali riciclati, Moët Hennessy lancia la prima edizione del World Living Soils Forum

Le sfide ecologiche che la produzione di vino e alcolici deve affrontare sono legate soprattutto ai terreni: lo sviluppo di metodi di coltivazione alternativi a quelli tradizionali sono oggetto di studio e discussione anche attraverso la produzione di champagne

Moët Hennessy in Francia utilizza il 100% di energia rinnovabile e ha lanciato la prima edizione del World Living Soils Forum, un’agorà eco-progettata con materiali riciclati – tappi e barili – e partecipativa per accelerare un ulteriore sviluppo e condivisione delle conoscenze globali a sostegno della protezione e della rigenerazione del suolo nell’ambito della viticoltura e dell’agricoltura. Il Forum, che ha riunito scienziati, giornalisti e ricercatori, si è tenuto l’1-2 giugno 2022 ad Arles-en-Provence, e fa parte del programma decennale di LVMH per la ricerca di soluzioni che possano aiutare la viticoltura a progredire in un’ottica sostenibile. 

Produzione di Champagne: i rischi legati al suolo

La struttura biologica del suolo, che conferisce a questo elemento la capacità di resistere alle inondazioni e alla siccità e influenza la sua capacità di immagazzinare carbonio, è composta da una vita microbiologica spesso degradata dalle attuali pratiche agricole convenzionali. La compattazione del suolo causata dall’aratura può danneggiare i vigneti, portare il terreno a temperature più elevate, a una scarsa filtrazione dell’acqua e a livelli più bassi di attività microbiologica. La capacità del suolo di filtrare l’acqua è fondamentale: «Se il terreno è lasciato scoperto, questo si compatta e l’acqua non drena nel suolo», ha spiegato Antoine Dauphin, responsabile dei vigneti Krug.

«Negli ultimi anni la produzione di champagne è stata spesso colpita da condizioni meteorologiche estreme, tra cui forti piogge che hanno provocato erosioni. In alcuni casi, i vigneti possono perdere molto terreno in poche ore. Le piante devono coprire il terreno per massimizzarne la filtrazione». In questo caso, le colture di copertura con un fitto apparato radicale possono contribuire a decompattare il terreno, aerandolo e favorendo una migliore filtrazione dell’acqua; anche i terreni, che immagazzinano carbonio accumulando materia organica, possono svolgere un ruolo importante nel sequestro del carbonio. 

Il suolo determina la salute delle viti e la qualità dei vini

Lo stato del suolo è basilare per la salute delle viti e dei vini: i microbi sono essenziali per la produzione di vino e liquori, mentre i terreni contribuiscono all’odore, al sapore e alla loro consistenza. I microbi che vi abitano riciclano materiale organico e ingegnerizzano il suolo per renderlo più resistente e in grado di trattenere meglio l’acqua. Questi hanno bisogno di carbonio per nutrirsi, ma il carbonio viene preso dal suolo in diversi modi: se l’approccio classico prevedeva di lasciare le stoppie nei campi dopo il raccolto, oggi spesso vengono bruciate, il che può facilitare la coltivazione del raccolto successivo, oppure vengono rimosse e utilizzate per l’alimentazione animale. Il carbonio si perde inoltre a causa di un’alterazione del suolo dovuta all’aratura eccessiva e all’uso improprio di fertilizzanti.

La necessità di approcci olistici all’agricoltura, che lavorino con l’ecosistema circostante anziché contro di esso, è uno degli aspetti sottolineati da Jessica Julmy, che gestisce il progetto di sostenibilità di LVMH Château Galoupet in Provenza. Jessica Julmy sta attualmente collaborando con esperti di agroforestazione per creare corridoi per la fauna selvatica nella tenuta, con ingegneri idrici per conservare l’acqua e con specialisti di colture di copertura per rigenerare i terreni, spiegando che «ci stiamo concentrando sulla rigenerazione della materia organica nei nostri terreni. Non voglio che nulla funzioni in modo indipendente, ogni azione deve essere collegata». 

Agroforestazione: vantaggi ambientali ed economici

L’agroforestazione è un’opportunità sia dal punto di vista economico per gli agricoltori, sia come per l’aumento di un approccio sostenibile all’agricoltura, per contribuire a ridurre la CO2 in atmosfera e aumentare la biodiversità. Prevede di coltivare sullo stesso appezzamento una coltura arborea ad alto fusto, come ad esempio il pioppo, e una coltura a taglia bassa, come il frumento, il mais, le orticole, erbacee annuali e poliennali. Oggi, circa il 40% del suolo utilizzato per l’agricoltura in tutto il mondo è classificato come degradato o gravemente degradato: a causa di vari metodi di coltivazione che privano il suolo del carbonio e lo rendono meno robusto e più povero di sostanze nutritive, la degradazione del suolo procede a un ritmo da 10 a 40 volte superiore a quello con cui può essere ricostituito. I costi e lo scetticismo dei viticoltori locali sono spesso ostacoli all’adozione di approcci più sostenibili. 

Helene Valade, Direttrice dello sviluppo ambientale del Gruppo LVMH

«Le maisons Moet Hennessy dipendono dal suolo, come ogni nostro prodotto. Abbiamo un programma di sostenibilità, e il primo punto riguarda la rigenerazione del suolo. La seconda sfida che vogliamo affrontare è quella di andare oltre gli approcci tradizionali: abbiamo deciso di testare soluzioni diverse e di lavorare con esperti. Queste sperimentazioni sono molto importanti e non sempre facili da applicare, come l’agroforestazione. Non abbiamo scelta: dipendiamo dal suolo per la prosperità e la qualità dei nostri prodotti pubblica», ha detto durante uno dei workshop proposti dal Forum Helene Valade, Direttrice dello sviluppo ambientale del Gruppo LVMH. «Come gruppo LVMH, il nostro compito è quello ascoltare e in seguito agire per migliorare il nostro impatto sulla biodiversità. Prendere consapevolezza. Stiamo cambiando mentalità, e abbiamo deciso di sostenere approcci diversi: nel vino non è più necessario per noi avere sempre le uve migliori ma saperle preservare, e proteggere i loro terreni».

Philip Schaus, presidente e CEO di Moet Hennessy

«Spesso abbiamo una pressione da parte dei consumatori, che vogliono vedere un miglioramento della produzione da parte nostra. Oggi la vera pressione non deve arrivare da loro, ma da noi stessi. I giovani e le nuove generazioni vogliono sapere che investiamo in nuove iniziative e che proteggiamo il nostro suolo. Dobbiamo aumentare i nostri standard per il loro futuro. Quattro anni fa Moet Hennessy ha rivalutato i propri valori e uno di questi è l’integrità: dobbiamo essere onesti» ha detto Philip Schaus, presidente e CEO di Moet Hennessy, durante la presentazione del Living Soils Forum. «Questo evento è l’inizio di un viaggio, deve diventare un appuntamento ricorrente».

Francesca Fontanesi

L’autore non collabora, non lavora né partecipa, non riceve compensi né finanziamenti, da alcuna azienda o organizzazione che possa ricevere vantaggi economici o di sorta dalla pubblicazione di questo articolo.

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