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Perimetro e i mille occhi di Milano

I progetti della photo-community che raccoglie le pulsazioni della città. Sebastiano Leddi, dopo Tokyo, vola a Nairobi ma continua a raccontare il suo perimetro di origine

Sebastiano Leddi – Perimetro Milano 

Perimetro è una community di fotografi nata nel 2019 per guardare e raccontare Milano attraverso una prospettiva sempre mutevole. «Perimetro è un disegno immaginario. Lo spazio che racchiude i nostri interessi, le persone che li alimentano, gli episodi e le novità che nascono in continuazione», dice il manifesto della community. Nel 2020 il collettivo ha raccontato la pandemia a Milano, ma ha lavorato per esportare il progetto in altre città, in Italia a Roma e presto a Firenze, e lontano da Tokyo e Nairobi. Parliamo con Sebastiano Leddi la sera prima della sua partenza per Nairobi, dove Perimetro ha realizzato un nuovo progetto di gemellaggio fotografico tra la capitale del Kenya e Milano. «Parto con due fotografi, Filippo Romano e Francesco Giusti, che faranno dei workshop per i fotografi locali. E poi realizzeremo la ‘Campagna dei 100’, una serie di ritratti ispirati dal lavoro che abbiamo già svolto a Milano. Lanceremo anche una call per raccogliere idee e progetti su Nairobi, tutto sarà realizzato da fotografi locali»

100 fotografi per Bergamo 

Perimetro ha ideato e promosso anche 100 fotografi per Bergamo, un’iniziativa di beneficienza chiusa il 3 aprile 2020 per raccogliere fondi da destinare alle zone più colpite dalla prima ondata del coronavirus. 100 fotografi contemporanei hanno donato i loro scatti venduti in un’asta open edition di stampe non numerate e riprodotte in qualità museale fine art. Perimetro Nairobi ha preso forma grazie alla visibilità internazionale dell’iniziativa di beneficienza: «Sono stato contattato da una persona che lavora nelle Nazioni Unite. In Kenya abbiamo degli amici, una onlus che ha vinto un bando Cariplo e stanno facendo un grosso lavoro sul riciclo. Abbiamo deciso di unire le forze e realizzare questo progetto insieme». L’asta per Bergamo ha raccolto 720 mila euro, un successo inaspettato e inedito, che ha permesso l’acquisto di macchinari per la terapia intensiva e altri reparti dell’ospedale Giovanni XXIII di Bergamo e il finanziamento di altri progetti, come a Milano e Bergamo per aiutare gli anziani in difficoltà. 

Il collezionismo di fotografia

La formula di acquisto open edition non rientra nel circuito del collezionismo ma ha permesso l’avvicinamento di molti appassionati al mercato della fotografia, «perché, banalmente, costa meno», dice Leddi. «Dopo l’iniziativa per Bergamo, a settembre abbiamo creato Open Edition Gallery, che ospita 170 fotografi per vendere stampe in edizione aperta. È il frutto di quell’operazione su Bergamo che si sta costruendo una propria identità». L’idea è di avvicinare il grande pubblico alla fotografia, con stampe fine art, di qualità museale. «È un segmento piccolo e per pochi. Questo tipo di mercato invece ha un potenziale grande. Per molti che hanno comprato nell’asta di Bergamo erano le prime fotografie acquistate. Questo ha aperto un discorso per chi non conosce la fotografia. L’idea di attaccare una stampa in casa sta diventando sempre più comune».

Perimetro community: fotografia della città 

Attraverso il linguaggio universale della fotografia, Perimetro ha allargato gli orizzonti della conoscenza urbana contribuendo con infiniti livelli narrativi, soprattutto a Milano, primo amore della community. Cosa collega un reportage sul quartiere Adriano, mai finito e sospeso tra impalcature e cantieri aperti, una serie di scatti “futuristi” sull’influenza della tecnologia nell’estetica della città e una storia personalissima di una fotografa in uno strip club chiamato 747? «L’idea di Perimetro è di offrire una moltitudine di sguardi. Milano è come una massa piena di angoli e di intersezioni che si può comprendere solo con infiniti sguardi che aprono porte e danno accesso ad angoli bui o inaccessibili», spiega Leddi. L’agente fotografico e produttore milanese voleva viaggiare lontano dall’Italia e invece è tornato a Milano, città dove è cresciuto: «Il progetto Perimetro è nato quando ero in Cina. Era l’aprile del 2017, dall’altra parte del mondo ho preso coscienza che volevo restare a Milano per viverci. Ho iniziato a mettere insieme le mie competenze che volevo unire cioè fotografia ed eventi»

Il mercato della fotografia durante la pandemia

Prima della pandemia la community si riuniva da ElitaBAR, in zona Navigli, dove il gruppo presentava le novità editoriali e i numeri cartacei, Tasca e Block, pubblicazioni mensili e bimestrali. Nel periodo della zona rossa, dell’incertezza, Milano si è ritrovata più sola.  Anche per gli occhi dei fotografi, che osservano, alla ricerca di nuove storie e visioni da raccontare, la pandemia rappresenta un momento di stasi. «Noi abbiamo un occhio privilegiato su quello che succede in città, conosciamo i progetti che si stanno sviluppando. Sono tutti un po’ scarichi. Non è un momento facile da raccontare perché non succede nulla, non c’è nemmeno il contrasto che c’era l’anno scorso, cioè il vuoto dello spazio pubblico. Adesso non c’è un vuoto e visivamente è poco interessante». Si è spostato tutto tra il pubblico e il privato? «Anche sul privato è successo poco. Abbiamo realizzato questa rubrica che si chiama Quarantine diary, in modo introspettivo. Era il momento della chiusura. In questo momento non siamo più confinati in casa, ma fuori non succede più nulla»

Perimetro – Block 03

Block 03, l’ultimo numero della rivista bimestrale, è l’incontro tra lo spirito sospeso della città, alcune tematiche sociali e storie che legano i fotografi ai quartieri. Come per la storia del quartiere Mecenate, racchiuso tra la stazione Forlanini e l’aeroporto di Linate, «un lavoro di un non-fotografo che ha girato il quartiere per giorni, settimane, anni», spiega Leddi. La cover di Block 03 è tratta da questa storia, si tratta di una roulotte parcheggiata: «È un quartiere molto particolare della città, con scene divertenti. Sembra qualcosa di estemporaneo. Questo numero di Block cerca di intercettare questo tipo di storie». Tra le tematiche sociali esplorate dall’obiettivo di Perimetro, c’è la scuola: «Si è tanto parlato di scuole però i ragazzi hanno parlato poco. Abbiamo scattato adolescenti da diverse scuole di Milano e questo è un progetto che intercetta bene il momento, perché la scuola è uno degli argomenti più caldi». Ci sono poi una serie di scatti sulla Bovisa, un quartiere che si trasforma, un’ex area industriale con tanti spazi che vengono abbattuti, «è un quartiere che sta iniziando a cambiare forma e questa è una storia sentimentale tra un fotografo e il suo quartiere. Una serie di scatti che hanno cercato di costruire un lavoro più di paesaggio e lavorando sulla memoria», spiega Leddi. Block 03 ritorna anche sui balconi, uno spazio al centro del confinamento pandemico, prima sembravano i limiti delle nostre prigioni, oggi sono diventati luoghi dove trascorriamo anche il nostro tempo libero. «È uno spazio ritrovato, un affaccio di cui ci piaceva avere un documento visivo, nell’ottica di riguardare questa storia tra 10 anni».

Lampoon: a favore del progetto Perimetro

Perimetro ha attivato una collaborazione con Paola Romano, un’archivista che porterà in una rubrica gli scatti della città del passato. In Block 03 si parla di vecchi scali ferroviari, uno dei temi che proiettano Milano verso la città futuro. Nel 2017 è stato firmato l’accordo tra Ferrovie dello Stato, Comune di Milano e Regione Lombardia per la riqualificazione di 7 scali ferroviari intorno a Milano: Lambrate, Greco, Farini, Porta Romana, Porta Genova, San Cristoforo e Rogoredo. Insieme coprono una superficie di 120 ettari, un’area di intervento superiore ai lavori eseguiti per Expo o per il quartiere Santa Giulia a Rogoredo. «Gli scali continuano a essere di attualità perché cambieranno presto forma Sono spazi estesi, che tagliano la città, vuoti, anche se si tratta di foto di archivio anche questo è un lavoro molto suggestivo», afferma Leddi. La città sembra ferma, tra sprazzi improvvisi di vita e chiusure inaspettate, lo nota anche Leddi, che sottolinea un senso di cambiamento che si irradia dall’interno verso l’esterno: «Rispetto a un anno fa viviamo in un’altra galassia. La mia sensazione è che la città cambi continuamente, in un modo non tanto visibile rispetto a quello che può essere il colpo d’occhio, ma cambia rispetto a quello che sentono le persone. L’inverno è stato pesante: la primavera e il grande tema dei vaccini, che ha aperto un orizzonte di prospettiva che prima non c’era, inizia ad esserci una propositività. A Milano aspettiamo tutti settembre».

Emanuela Colaci

L’autore non collabora, non lavora né partecipa, non riceve compensi né finanziamenti, da alcuna azienda o organizzazione che possa ricevere vantaggi economici o di sorta dalla pubblicazione di questo articolo.

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