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Canapa - il problema legislativo
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Canapa: serve una legislazione chiara per chi vuole entrare a pieno titolo nel mercato

Nella guerra al ribasso della vendita della canapa legale qualcuno prova ad alzarne il livello d’immagine nel mercato. Dalle viscere di un’azienda agricola di famiglia, Extra Virgo. 

Lampoon Interview: Alex Postiglione – Chianti cannabis

Alex Postiglione nasce e cresce tra uliveti centenari e coltivazioni di limoni e ortaggi nella tenuta di famiglia Montecucchi, nei colli fiorentini a sud della città di Firenze. Dopo anni trascorsi nel settore della moda e della fotografia, Postiglione è tornato nella casa natia per sviluppare il progetto Chianti cannabis. «La passione per la natura l’ho ereditata dalla famiglia; da giovane sono emigrato a Londra e in America, volevo vivere nell’arte, nella fotografia. Dopo aver lavorato per i brand della moda – Roberto Cavalli, Gucci – ho deciso di cambiare strada, assuefatto da un meccanismo che non faceva più per me. La rincorsa al denaro, all’ottenimento di ‘qualcosa in più’ era ormai una strada cieca. Avevo perso il contatto con la natura, con la realtà. Sono tornato alla mia terra, e ho sviluppato l’idea di Chianti cannabis. Abbiamo cominciato durante il boom di questo mercato circa quattro anni fa, dove la maggior parte degli imprenditori italiani era scettico sul futuro e sulla stabilità economica di questo settore. Il tempo ha scremato la quantità di coltivatori di canapa, grazie alla qualità sempre più alta e sempre più richiesta dal cliente finale. Tutto il nostro raccolto è coltivato biologicamente, e sfruttiamo ogni parte della pianta. Oltre alle infiorescenze, puntiamo molto sulla cosmetica, sull’estrazione di CBD e su oli a base di semi di canapa».

Canapa: il problema legislativo

Al momento vige una guerra al ribasso tra le aziende del settore. Secondo Postiglione dovrebbe esserci piuttosto una collaborazione. Dovrebbe formarsi una sorta di confederazione che leghi gli imprenditori, nella quale si possano condividere idee, invenzioni future, usi del trinciato e burocrazia. Sarebbe meglio avere più regole ed essere più tutelati dallo Stato. Il singolo non sa come gestirsi – se possa produrre un prodotto in un certo modo o no. Solo da febbraio 2021 si può produrre in Italia cosmetica ad estrazione di CBD. «Ci vorrebbero più regole. Come nel mondo del vino, c’è chi ha scelto di produrre un vino da tavola a basso costo di produzione e di vendita, e chi ha scelto di produrre un vino più di pregio, in base alla ricerca e allo studio del vitigno, del miglior modo e luogo di coltivarlo. Se nel mondo del vino c’è già una certa cultura da parte dell’acquirente finale, in quello della canapa ancora no. O almeno poca. Questa differenza la creerà solo il tempo: un po’ per la scrematura naturale del mercato che rigetta chi non riesce a stare al passo (come già è accaduto in questi primi anni di sviluppo); un po’ per la cura che noi stessi imprenditori dobbiamo dare ai nostri clienti, abituarli a una certa qualità di prodotti, fargli notare le differenze, renderli più consapevoli».

Azienda agricola Montecucchi, Extra Virgo

Dalle viscere dell’azienda agricola Montecucchi nasce Extra Virgo, un marchio che punta alla vendita di accessori – smerigliatrici, pinzette –, incensi, profumi e creme a estrazione di CBD o a base di olio di semi canapa. Il progetto nasce dalla considerazione di Postiglione sullo stile di vita della popolazione benestante americana – sempre più persone che gravitano attorno al mondo della moda e dell’arte vogliono sperimentare il contatto con la natura come esperienza olistica, un’evasione dal caos quotidiano. «Il vantaggio di questo processo è il riavvicinamento dei giovani alla terra, al lavoro manuale, alla riscoperta del benessere interiore derivato dal contatto con la natura». 

«La clientela italiana non è ancora del tutto pronta per un passo del genere. I nostri prodotti sono venduti soprattutto in America, dove cresce di giorno in giorno la richiesta. Possono permettersi di spendere grosse somme anche solo per una smerigliatrice dorata. In America, inoltre, il potere del ‘made in Italy’ è forte. Se un qualsiasi accessorio è stato fatto in Italia e da artigiani italiani, allora in America viene venduto nel mercato senza quasi essere pubblicizzato (considerando sempre la qualità dei materiali o dei prodotti). È questa la differenza tra il mercato italiano e quello americano, tra Chianti cannabis e Extra Virgo».

Chianti cannabis è invece l’azienda agricola sviluppata da Postiglione nella sua tenuta Montecucchi, e la vendita di fiori, creme e prodotti si basa soprattutto sul mercato italiano. Il polmone economico per Postiglione lo fa Extra Virgo. Extra Virgo ha una coltivazione indoor nel Chianti che produce per dodici mesi all’anno ed è certificata GMP (good manufacturing process, sono delle regole simili a quelle delle aziende farmaceutiche e comprendono porte tagliafuoco, divisione degli spazi). «Il problema è che queste certificazioni in Italia non valgono nemmeno come certificazioni, semplicemente ancora non esistono. Noi abbiamo voluto portarci avanti con i tempi, anticipare le regole che prima o poi speriamo arrivino. La canapa prodotta con una ricerca della qualità è venduta quasi allo stesso prezzo di quella prodotta nello scantinato di una coppia di amici».

Monte Kush eau de parfum

Il progetto Extra Virgo intende elevare la botanica della canapa a un livello superiore – in vendita sul sito incensi naturali, pinze per canapa dorate, indumenti, articoli di pelletteria, smerigliatrici dorate, in rutenio e in edizioni limitate di gioielleria a mosaico di serpenti. La punta di diamante della produzione è il profumo Monte Kush. Ispirato dalla tenuta boema Montecucchi (appunto, Monte-Kush): «una pozione narcotica», prodotto da assoluta di rosa bulgara, rosa otto turca (un’estrazione di oli essenziali da vari tipi di rose), cannabis italiana, resinoide di francoincenso dell’Oman, rosmarino toscano e legno indiano vintage OUD. Quest’ultima è una resina del Medio Oriente, prodotta dagli alberi indiani Aquilaria e Gyrinops quando sono infettati da un parassita: il Phaeoacremonium. La resina si presenta di colore scuro e ha un profumo che ricorda cuoio e incenso. Usata fin dall’antichità dai popoli indiani come rito di avvicinamento tra uomo e divinità durante la preghiera, sbarca in occidente vent’anni fa circa, quando alcuni profumieri ne usano gli aromi per miscelarla con fiori e frutti.

Alex Postiglione

Proprietario dell’azienda agricola Montecucchi e del progetto Extra Virgo, nel quale gestisce la produzione e il marketing

Andrea Valbusa

L’autore non collabora, non lavora né partecipa, non riceve compensi né finanziamenti, da alcuna azienda o organizzazione che possa ricevere vantaggi economici o di sorta dalla pubblicazione di questo articolo.

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