Cerca
Close this search box.
  • EDITORIAL TEAM
    STOCKLIST
    NEWSLETTER

    FAQ
    Q&A
    LAVORA CON NOI

    CONTATTI
    INFORMAZIONI LEGALI – PRIVACY POLICY 

    lampoon magazine dot com

TESTO
CRONACHE
TAG
SFOGLIA
Facebook
WhatsApp
Pinterest
LinkedIn
Email
twitter X

Un albergo senza radici per il turismo del futuro

Strutture ricettive in evoluzione, esempi in Italia. Casa Ojalá di Beatrice Bonzanigo – la prima unità nomade presentata a Rosewood Castiglion del Bosco 

Dopo il 2020, il viaggio di fascia alta ha costituito oltre il 20% del turismo complessivo in Europa, raggiungendo una dimensione di mercato di 138 miliardi di dollari solo nel 2020. La Toscana e l’Italia occupano un posto primario nel panorama del turismo di lusso 2.0, che prevede 1.198.3 bilioni di dollari di sviluppo previsti per il 2025. 

Casa Ojalá di Beatrice Bonzanigo 

Sull’onda del successo del concept presentato alla Milano Design Week, nel 2019 nasce la società Casa Ojalá srl, fondata da Beatrice Bonzanigo e Ryan Nesbitt. Ottenuta l’approvazione del brevetto dell’architetta Bonzanigo – che vanta nella sua carriera accademica gli insegnamenti di architetti quali Peter Zumthor, Valerio Olgiati, i fratelli Aires Mateus, e Mario Botta – il progetto si è trasformato in una produzione su larga scala: ha aperto da poco agli ospiti la prima casa Ojalà nella Val d’Orcia. Bonzanigo ha collaborato con Rosewood Castiglion del Bosco per presentare in anteprima la prima unità.

Realizzata con legni selezionati, tessuti in plastica riciclata e ceramica fatta a mano, consta di una struttura dotata di pannelli fotovoltaici, un sistema di recupero dell’acqua piovana e un impianto biologico avanzato di depurazione delle acque nere, il che significa che può essere trasportata anche nelle località più remote del pianeta. Ispirata da un viaggio attraverso le Ande, Beatrice Bonzanigo ha creato un prototipo di casa circolare con più di 1.000 configurazioni interne, che ricopre 27 metri quadrati ed è progettata per esistere ovunque.

La base di cemento prende la forma di un Chakana, antico simbolo di origine quechua. Chiamato anche croce andina, si tratta di una croce a dodici punte e con un cerchio al centro, che rappresenta il sole e la luce che deriva dalla relazione con Madre Terra. I colori e la cultura del Sudamerica diventano terreno di ricerca e sperimentazione per una nuova visione ecosostenibile del living.

La casa, il cui nome è ispirato allo spagnolo ojalà e all’arabo وَشَاءَ ال (wašāʾa llà), riassume in sé il concetto di desiderio e possibilità

Gli ingranaggi leonardeschi di trasformazione, le pareti interne che si smaterializzano scivolando su binari invisibili, i letti – e la toilette – a scomparsa tramite botole intriganti, permettono alla camera da letto di diventare un soggiorno, al soggiorno un’estensione del bagno. La flessibilità di questo spazio è resa possibile da un sistema meccanico-manuale composto da carrucole e manovelle, capace di controllare le pareti scorrevoli in WoodSkin e tessuto, e i pannelli mobili di pavimento e soffitto. I mobili centrali incorporati forniscono le funzioni essenziali e possono essere estratti per essere utilizzati o nascosti sotto il pavimento per essere riposti. Unici immobili sulla scena, la vasca scultura di relax e il caminetto a bioetanolo.  Finanziatore del progetto l’americano Ryan Nesbitt, co-fondatore insieme a Beatrice Bonzanigo, esperto imprenditore nel campo delle rinnovabili e dell’healthcare. 

Casa Ojalá: la prima unità a Rosewood Castiglion del Bosco

La prima unità nomade di Casa Ojalá sorga tra le colline della tenuta Rosewood Castiglion del Bosco. La posizione sopraelevata in cui sorge la proprietà fu apprezzata dagli Etruschi già nel 600 a.C., come dimostrano i reperti archeologici presenti nella tenuta. Situata lungo l’antica Via Francigena, una strada percorsa da mercanti e pellegrini in viaggio da Canterbury a Roma, la tenuta di campagna fondata da Chiara e Massimo Ferragamo gode oltre che di 42 suite, 11 ville (ricavate da casali restaurati del diciassettesimo e diciottesimo secolo), due ristoranti e una scuola di cucina, di 2000 ettari di terreno in Val d’Orcia con golf club privato a 18 buche e un’azienda vinicola di Brunello di Montalcino.

Pietra, legno, pezzi d’antiquariato e le antiche rovine di un castello e una chiesa medievale esaltano la storia del paesaggio e della regione italiana. Le suites e le ville, progettate individualmente in uno stile rustico-chic, alcune con letti a baldacchino, altre con tessuti stampati a blocchi, sono tutte dotata di piscina privata riscaldata: tutte le piscine della tenuta, comprese quelle delle ville private, sono piscine saline a sfioro che vengono mantenute ad una temperatura ideale di 28°C. Alcune di queste abitazioni offrono agli ospiti un home theatre e/o un campo da tennis privato. La proprietà, culla dei piaceri toscani, persegue una filosofia del lusso sostenibile e plastic free.

Turismo sostenibile in Italia

Il turismo attento all’ambiente in Italia cresce. Gli alberghi diffusi sono strutture turistiche che evitano nuove costruzioni e consumo di suolo, offrendo vitto e alloggio in edifici ristrutturati nei borghi storici italiani, come quelli sulle colline della Riviera Ligure di Ponente o nella zona montana della Barbagia, in Sardegna. In altri casi, gli edifici sono stati convertiti per svolgere una funzione differente da quella primaria, come nel caso del villaggio minerario di Narcao nel Sulcis in Sardegna, convertito in un ecomuseo capace di ospitare più di 30 persone, o l’ex centrale termica di Porto Tolle che sarà trasformata in un centro turistico all’aperto, con strutture dedite allo sviluppo delle industrie locali della pesca e dell’agricoltura.

Una mappa del turismo sostenibile in Italia è stata pubblicata dall’Associazione Italiana Turismo Responsabile che mostra tutte le località turistiche associate ai suoi membri. Si tratta di piccoli comuni appartenenti alla rete dei Borghi Autentici d’Italia, riserve naturali gestite dal WWF, alberghi e campeggi che hanno ottenuto la certificazione ambientale di Legambiente o strutture agrituristiche biologiche certificate. 

Anche l’attenzione al cibo servito e le considerazioni etiche e sociali sono principi cardine del turismo sostenibile, come ad esempio l’utilizzo di prodotti a chilometro zero nei corsi di cucina della tenuta di Chiara e Massimo Ferragamo nella tenuta Rosewood Castiglion del Bosco. Da qui nasce anche il l’attenzione per lo Slow Food, a dimostrazione dell’attenzione del turista per il cibo ancora strettamente legato alla terra in cui nasce e alle persone che lo producono: gli agriturismi godono ora di una nuova espansione, che va dal cuore della Toscana e raggiunge Umbria e Sardegna. Gli alloggi e le vacanze che danno ai visitatori la possibilità di impegnarsi attivamente con artigiani e culture locali forniscono anche un sostegno atto a preservare il paesaggio, le tradizioni e le comunità.

Turismo in Toscana e Val d’Orcia 

In Toscana le fattorie e gli agriturismi hanno iniziato a installare sistemi naturali di trattamento delle acque reflue, e stilare programmi di compostaggio e riciclaggio in cui coinvolgere ospiti e turisti. L’agricoltura biologica è diffusa, specialmente nelle piccole tenute. La paesaggistica della Val d’Orcia, che nel 2004 è stata inclusa tra i patrimoni UNESCO. Con un’area ciclabile di circa 500 km in continua evoluzione, chi viaggia tra le colline toscane può scegliere tra diversi itinerari disponibili come i percorsi Montelupo Fiorentino-Radda in Chianti, Orbetello-Laguna di Levante, Pisa-Lucca, e la ciclovia dell’Arno. Per chi non volesse rinunciare al comfort, la Toscana offre ai suoi visitatori anche un nuovo modo di vivere il contatto diretto con la natura insieme ai servizi di lusso.

Tiny-houses

Casa Ojalá, prodotta in serie, si sposterà tra i luxury hotels del mondo. Le case prefabbricate prendono piede in una ideale visione di futuro. Fattori economici e sociali acuiscono l’interesse per le tiny-houses: il mondo cambiato dalla pandemia e dall’avvio dello smart working fa sì che queste abitazioni siano diventate una tendenza in crescita per coloro che non vogliono lo spazio e i costi di gestione di una casa tradizionale. 

Francesca Fontanesi

L’autore non collabora, non lavora né partecipa, non riceve compensi né finanziamenti, da alcuna azienda o organizzazione che possa ricevere vantaggi economici o di sorta dalla pubblicazione di questo articolo.

SFOGLIA
CONDIVIDI
Facebook
LinkedIn
Pinterest
Email
WhatsApp
twitter X