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Imprenditoria etica nell’economia italiana: il rapporto di Banca Ifis

Per i consumatori ciò che è ‘bello’ deve essere anche ‘giusto’, esprimere un valore. Cambia così il concetto di ‘bellezza’, che influenza i modelli operativi aziendali: lo studio di Banca Ifis

Il comparto del bello in Italia vale il 24,1% del Pil nazionale

Significa che la bellezza, nelle sue varie accezioni, continua ad affermarsi come elemento di competitività per le imprese. È quanto emerge dalla seconda edizione del rapporto ‘Economia della Bellezza’, realizzato dall’Ufficio Studi di Banca Ifis e raccolto in un volume di recente pubblicazione. L’analisi quest’anno si è dovuta confrontare con un biennio critico, quello 2020-2021, segnato prima di tutto dalla pandemia da Covid-19. I risultati raccolti hanno però stimolato una nuova riflessione. Parallelamente alla ricerca di soluzioni agli effetti della crisi sanitaria, è in atto un’evoluzione del concetto stesso di ‘bellezza’. L’industria, spinta dalla consapevolezza dei consumatori, si orienta sempre più verso una dimensione etica. Quello che è ‘giusto’ e quello che è ‘bello’ camminano di pari passo. 

Imprenditoria etica in Italia

Entra in gioco il concetto di imprese purpose driven, al centro del nuovo rapporto di Banca Ifis. Letteralmente, imprese mosse da uno scopo. L’Economia della Bellezza non raccoglie più soltanto le imprese della bellezza made in Italy, ma anche l’imprenditoria etica. Le ultime, da sole, nel 2021 hanno rappresentato l’8,4% del Pil italiano. Sono in tutto 46mila imprese, la produzione totale è di 650 miliardi di euro. 

La scelta di avere un impatto positivo su comunità e territori supera le differenze tra mercati di riferimento. Le realtà imprenditoriali del purpose driven rappresentano undici settori produttivi diversi. Per la sua analisi, Banca Ifis – oltre a dati economici più generali – ha raccolto le testimonianze di sei aziende: Foscarini, Trend Group, Mavive, Serveco, ACBC, Lavazza. Elemento degno di nota è il fatturato medio dell’insieme delle imprese purpose driven: 14 milioni di euro annui. Nei numeri si riflette la struttura del sistema italiano, caratterizzato da una forte presenza di piccole e medie imprese.

Imprenditoria etica: il concetto di ‘purpose’, la definizione e l’analisi di Banca Ifis

Per capire il concetto di ‘purpose’ bisogna esaminarlo sotto diversi punti di vista. È innanzitutto un qualcosa che sta alla base delle scelte aziendali. È la ragione stessa per cui un’impresa nasce e opera sul mercato. La nozione è ampia e si specifica attraverso gli obiettivi precisi a cui punta un’azienda. Sono sei gli ambiti principali su cui, in genere, si sostanzia la tensione delle imprese verso uno scopo. Si va dalla parità di genere alla sostenibilità, dalla partecipazione alla diversità generazionale. E ancora, dal benessere dei lavoratori all’attenzione al territorio e alle comunità locali. 

È in queste sensibilità verso la sostenibilità sociale, ambientale ed economica che la Bellezza conferisce resilienza alle aziende. La definiamo imprenditoria etica. Non si tratta solo di efficace comunicazione aziendale e di marketing intelligente. È anche una necessità per chi vuole mantenere una posizione nel sistema economico. Per il 58% degli italiani, spiega Banca Ifis, i valori di un’azienda costituiscono un parametro decisivo nella scelta dei brand. Per il 33% è quantomeno ‘importante’. Per fare un esempio: sempre più persone, decidendo se acquistare uno spazzolino in plastica o in legno, scelgono il secondo.

Pensare ai consumatori come a un’entità passiva a cui proporre un prodotto non paga più

Da pubblico si stanno trasformando in attori – sempre più centrale per un’azienda presentare i propri valori in modo semplice e riconoscibile. Lo studio di Banca Ifis sottolinea come il 31% degli italiani ascolti ad esempio la voce e le opinioni dei dipendenti di un’impresa. Il 30% si informa consultando bilanci, rendiconti e report aziendali. Il 29% è attento alle certificazioni che organismi indipendenti conferiscono alla produzione di un’azienda.

La presenza di attori economici attenti al loro impatto sulla società non è un fenomeno nuovo. I dati raccolti da Banca Ifis sottolineano come l’89% delle aziende purpose driven siano già consolidate sul mercato. Solo l’11% è nato negli ultimi quattro anni. Questo non significa però che l’organizzazione di molte aziende non andrà incontro a importanti cambiamenti in futuro. L’analisi, in collaborazione con POLI.design, ha tracciato un quadro di quali competenze e professionisti serviranno per la produzione di bellezza. Quasi la metà dei percorsi formativi dovranno essere creati da zero. È il segno che i modelli di formazione oggi diffusi perderanno la loro funzionalità.

Banca Ifis – la storia e l’evoluzione

Ifis Spa nasce nel 1983, come operatore specializzato nel factoring, assumendosi quindi il compito di riscuotere crediti per i clienti. La trasformazione in banca vera e propria arriva nel 2002. Aderisce al Factor Chain International e – dopo aver aperto presidi in Polonia e Romania – inizia a operare a livello globale. Un anno dopo viene ammessa al Mercato Telematico Azionario della Borsa di Milano. Nel 2003 è ammessa al segmento STAR della Borsa. Le imprese che vi rientrano devono rispettare stringenti requisiti in liquidità, trasparenza e governance. Nel 2008 Banca Ifis punta alla diversificazione delle fonti di raccolta. Per farlo, lancia Rendimax, conto deposito online ad alto rendimento. 

Tre anni dopo, una scelta che ne segna l’ulteriore crescita. Entra nel mercato degli NPL, Non performing loans, i crediti deteriorati. Di lì a poco diventerà uno dei pilastri portanti della sua attività. Intanto, nel 2016, Banca Ifis acquisisce GE Capital Interbanca. Continua così a cementificare la sua presenza nei servizi alle imprese. Finanza strutturata, leasing, lending a medio termine e corporate banking i nuovi segmenti di business in cui entra. Poi, nel 2018, con l’operatività di Ifis NPL arriva lo scorporo dell’area NPL di Banca Ifis. 

Nello stesso anno il Gruppo muove altri passi importanti, accogliendo la società di credito al consumo Capitalfin e Credifarma, leader nel credito alle farmacie. Nel 2020 è il turno di Farbanca, acquistata al 70,77%. La valenza dell’operazione è strategica e va a consolidare, tra le altre cose, la sinergia con la controllata Credifarma. Nasce così il primo operatore integrato e specializzato in servizi finanziari alle farmacie. Nel 2022 Credifarma viene incorporata in Farbanca: lo scorso 11 aprile nasce Banca Credifarma. 

Banca Ifis, iniziative sociali e imprenditoria etica

Acquisizioni e trasformazioni negli anni sono state accompagnate dall’attenzione di Banca Ifis verso il sociale e l’imprenditoria etica. Entro il 2050 si propone di azzerare le emissioni nette del suo portafoglio crediti. Per farlo ha aderito alla Net-Zero Banking Alliance, iniziativa dell’Onu per accelerare la transizione ecologica del settore bancario. Con il progetto Change PMI punta invece a supportare lo stesso processo in seno alle PMI. 

Come per le imprese purpose driven, Banca Ifis sposa un concetto di ‘sostenibile’ che non è circoscritto soltanto all’ambiente. Sul fronte del recupero crediti, il Gruppo è attento alla reinclusione finanziaria delle famiglie debitrici. Per i propri dipendenti promuove invece attività formative, programmi di inclusione e lo smart-working. A questo si aggiunge la creazione di Kaleidos, laboratorio per valutare l’impatto sociale e sviluppare progetti a favore di persone e territori.

Villa Fürstenberg

Dal 2000 la sede direzionale di Banca Ifis è Villa Fürstenberg, alle porte di Mestre. Circondata da più di 22mila ettari di vegetazione, fino a quell’anno era stato la residenza della famiglia della Banca, i Fürstenberg. Architettura in stile palladiano, è stata anche la prima casa di Sebastiano Egon von Fürstenberg, presidente attuale della Banca. La famiglia la scelse come residenza stabile intorno alle metà del Novecento, quando da area agricola i terreni intorno si trasformano in giardino. Il parco ospita diverse specie arboree, tra cui latifoglie e conifere. L’estetica è in parte quella dei prati all’inglese e in parte dei giardini all’italiana: boschi, boschetti e spazi aperti si alternano a siepi e viali. All’interno della proprietà, a livello architettonico, spicca un Oratorio 700entesco che fu fatto costruire dalla famiglia Carreggiani. Nel 1848, durante l’assedio di Venezia, la Villa è stata quartier generale del maresciallo Radetzky.

Banca Ifis, Kaleidos

Kaleidos è il Social Impact Lab con cui Banca Ifis sviluppa progetti per una cultura inclusiva. Al centro il benessere di comunità di persone e dei territori. Economia della Bellezza è un progetto di Kaleidos.

Giacomo Cadeddu

L’autore non collabora, non lavora né partecipa, non riceve compensi né finanziamenti, da alcuna azienda o organizzazione che possa ricevere vantaggi economici o di sorta dalla pubblicazione di questo articolo.

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