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La scomparsa di insetti non dannosi impollinatori
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Che fine hanno fatto le coccinelle, rimpiazzate dalle cimici asiatiche?

Biofabbriche, scatole per impollinare e larve per la concia vegetale. «L’abuso di sostanze ha ridotto l’unità microbica delle piante», le parole del general manager di Koppert Italia 

La scomparsa di insetti non dannosi impollinatori

Le lucciole, i moscerini, le falene e pure le api: decimate dall’inquinamento, dal riscaldamento globale e dall’abuso e dipendenza da fitofarmaci di sintesi e prodotti per l’agricoltura. La scomparsa di insetti non dannosi impollinatori è un problema per il benessere del pianeta, perché il loro ruolo – anche se piccolo nelle dimensioni di azione – è imponente quando si parla di contributo in ricambio di ossigeno nella fotosintesi clorofilliana delle piante. Per rispondere a questa minaccia e difendere il sistema naturale, può intervenire la stessa natura, con l’aiuto dell’uomo. Si parla di lotta biologica. Non è un partito verde o un gruppo creato sui social network ma una scelta che prevede l’utilizzo di insetti utili, chiamati anche ‘antagonisti’, che predano o parassitizzano i nemici delle piante per contenere la popolazione degli organismi dannosi.

La lotta biologica integrata: cos’è 

Pioniere di questo approccio, l’olandese Jan Koppert, che nel 1967 trovò una soluzione per la sua coltivazione di cetrioli in serra. Dopo aver cercato un metodo per ottimizzare il suo raccolto e renderlo produttivo, controllando malattie e parassiti tramite l’uso di sostanze chimiche, Koppert diventò allergico e si ammalò a causa degli stessi fitosanitari chimici. Per questo, iniziò a interessarsi ad alternative naturali e per primo, introdusse un nemico naturale (un acaro) per combattere un’infestazione da ragnetto rosso nel suo vivaio. I risultati e gli effetti convinsero Koppert a tal punto da voler condividere questa sua scoperta con altri colleghi coltivatori.

Nacque così la Koppert Biological Systems. L’azienda è oggi leader (con trenta filiali e circa due mila dipendenti) nel mercato della protezione delle colture biologiche e dell’impollinazione naturale, prodotti che sono utilizzati in oltre cento Paesi del mondo. In realtà, la lotta biologica è una tecnica che trova le sue radici scientifiche nel 1888 quando lanci massali di Rodolia Cardinalis furono usati negli Stati Uniti per il controllo di Icerya purchasi (la cocciniglia cotonosa solcata di origine australiana), mentre nel 1913 – e sempre negli U.S. – nasce il concetto di biofabbrica per produrre il coccinellide Cryptolaemus montrouzieri per contrastare lo Pseudococcus calceolaria negli agrumeti della California. 

Koppert Biological Systems e la protezione delle colture biologiche

«Il controllo biologico in realtà nasce con il mondo», spiega il general manager di Koppert Italia Flavio Lupato: «Gli esseri viventi sono in relazione da sempre in un sistema di prede, predatori e predati. Dall’intuizione di Jan Kopper degli anni sessanta si è arrivato all’impollinazione tramite bombi delle orticole negli anni settanta, portando l’azienda ad avere sviluppi in maggiori colture sul mercato», continua Lupato: «L’uso degli insetti utili, alla luce delle normative e delle direttive della Comunità europea hanno messo il nostro mondo sotto la lente dei riflettori, della filiera distributiva, del commercio dei prodotti alimentari e dei produttori predisposti all’uso degli insetti. Ciò che è necessario comprendere quando si inizia un percorso di lotta biologica integrata, è che si deve cambiare la predisposizione, il mind-set rispetto all’uso di fitofarmaci. Servono modalità d’uso, tempi e attese che si devono rispettare per avere dei risultati».

Koppert Italia  

Nel 1990 si sviluppa Koppert Italia, realtà che oggi comprende oltre venti tecnici sul territorio con un fatturato di dieci milioni di euro. Anche se il bio-controllo si sviluppa come aiuto per le colture in serra – perché è molto più semplice da gestire in un sistema chiuso, «negli ultimi anni stiamo approcciando colture in pieno campo come mais, vite, melograno, melo e pure kiwi. C’è bisogno di tornare a quella biodiversità ed equilibrio biologico che non deprima gli anticorpi che i sistemi produttivi riescono a mettere nelle piante per aumentarne la resilienza. L’abuso di sostanze di sintesi ha ridotto il microbioma, l’unità microbica che apportava vantaggi nei confronti di malattie e di stress biotici e abiotici che possono subire le piante».

Nelle serre in cui si usano insetti utili si eliminano gli insetticidi e si assiste al ripopolamento – dichiara Lupato: «di coccinelle e altri insetti che ritrovano la loro capacità di riproduzione e di alimentazione riducendo fortemente l’arrivo di nuovi parassiti. Il nostro è un sistema olistico che va contestualizzato in un partnerariato con la natura».

Agrofarmaci e biocontrollo

L’approccio olistico di Koppert non è integralista ma integrato. Il bio controllo si può combinare con l’uso di alcune sostanze chimiche non dannose per la coltura: «Gli agro-farmaci non sono tutti male o in contrasto agli insetti, molto spesso l’uso integrato di ciò che è convenzionale e rispettoso funziona meglio del solo nemico naturale o del solo biocontrollo», spiega Lupato. «Per questo abbiamo creato un’app che regola al meglio l’interazione fra insetti utili e sostanze chimiche di sintesi eventualmente compatibili, in pratica inserendo il nome dell’insetto utile che si vuole introdurre e il nome commerciale o la sostanza attiva di un agrofarmaco si può sapere in anticipo il livello di interazione ed eventualmente le tempistiche di distanziamento tra introduzioni e trattamenti, per evitare di far morire gli insetti utili».

Biocontrollo in agricoltura

Le categorie del biocontrollo sono diverse: ci sono i microrganismi, utili per risolvere problemi legati alle resistenze e alle residualità e sono efficaci contro funghi patogeni ed insetti dannosi. I prodotti a base di microrganismi comprendono funghi (tra cui lieviti), batteri e virus. Tra gli esempi più noti di protezione c’è il Trichoderma (per le malattie del tronco della vite e per la protezione delle orticole da malattie del suolo), il Lecanicillium muscarium (fungo per il controllo di acari e aleurodidi). Poi ci sono i macrorganismi che possono essere predatori (come insetti o acari), parassitoidi (cioè che usano il parassita come ospite per riprodursi), nematodi entomopatogeni.

Questi creano un ambiente favorevole agli impollinatori e agli insetti utili spontanei, non comportano rischi per l’operatore e possono essere applicati a qualsiasi coltura. Infine, si possono utilizzare sostanze naturali (estratti da piante) e miscele semi-chimiche composte da sostanze naturali vegetali e altri organismi. In Italia il biocontrollo Koppert è usato in diverse colture e non solo in serra, anche in pieno campo. Mais, vite, melograno, melo, a Vittoria (Ragusa) in Sicilia è utilizzato per il pomodoro e per il peperone, in Basilicata – regione dove si coltivano più fragole in Italia – un terzo delle coltivazioni sono controllate da insetti utili dell’azienda. A queste realtà si aggiunge il settore delle piante ornamentali come il Crisantemo e la Poinsettia (la Stella di Natale). 

Piante che non attirano insetti 

Tutte le piante hanno bisogno di un aiuto per difendersi? Prima o poi, è possibile. Continua Lupato: «Ci sono delle problematiche risolte sul piano dell’efficacia come la mosca bianca, le cocciniglie. Poi ci sono alcune cimici o dei moscerini come la Drosophila suzukii nei frutti rossi che è ancora oggi un problema importante e che si sta studiando insieme al Ministero per risolverla. Quando ci sono dei parassiti esogeni (quest’ultimo proveniente dal sud est asiatico ndr) è necessario passare attraverso un processo normativo perché a questo si dovrà poi immettere un altro microrganismo antagonista che sarà ovviamente anch’esso esogeno e dovrà essere studiato attentamente. Tutto deve essere classificato, anche se la natura spesso risponde ad un’invasione con l’arrivo del suo antagonista, nel giro di qualche tempo».

Anche la canapa – pianta rustica e resiliente per sua conformazione – necessita di un sostegno. «La canapa per usi farmaceutici o alimentari, destinati a estrazione di cbd, thc e sostanze usate in medicina coltivata in serra – soprattutto in Canada e Stati Uniti – soffre spesso di attacchi di ragno rosso, un micro-acaro che determina un impoverimento delle piante fino a causarne la morte»

Tecnologia applicata alla natura

La tecnologia diventa un alleato per la natura, in grandi coltivazioni come quella del pomodoro da industria nel piacentino, dove alcuni acaricidi non sono nemmeno più funzionanti perché i piccoli acari come il Tetranychus urticae sono resistenti: «si ritorna al Phytoseiulus persimilis (acaro predatore di acari ndr). Per applicarlo in modo rapido, prima che l’acaro (il ragnetto rosso ndr) si diffonda su distese di ettari, questo è distribuito tramite dei droni su tutti gli appezzamenti. Lo stesso si fa già in California sulle coltivazioni di fragole». La lotta biologica non comprende solo lo sterminio di parassiti o nemici delle colture ma si dedica anche al ripristino del suo naturale equilibrio attraverso l’impollinazione.

Per questo Koppert ha realizzato Natupol – delle arnie ‘inscatolate’ contenenti bombi operai, che seguendo il loro naturale ciclo di vita, una volta installati a riparo da luce diretta e pioggia, impollineranno le piante ottimizzando il raccolto. Queste non sono destinate ad uso esclusivo delle coltivazioni, potrebbero essere anche utilizzate in parchi, foreste o realtà con carenza di impollinatori naturali. 

Gli alleati sono studiati e selezionati in biofabbriche biologiche, dove si allevano degli ospiti in serre e dove si riproduce un substrato alternativo per la loro riproduzione, così da produrne generazioni utili poi catturate in gabbie e messe in commercio in bottiglie, scatole e contenitori areati. Koppert ha tre biofabbriche in Europa: in Olanda (la più grande destinata agli insetti utili), in Spagna e in Slovacchia (per i bombi da impollinazione). «Gran parte del nostro lavoro è rivolto alla logistica, muovere e spostare esseri viventi richiede accordi e tempistiche precise con produttori e servizi», sottolinea Lupato.

Le larve delle mosche soldato 

In questo contesto si inseriscono anche le larve delle mosche soldato. «Anni fa Koppert si è inserita nel mercato delle proteine alimentari derivate da insetti, una delle principali fonti già usate e autorizzate per gli animali di compagnia è quella derivata dalle black soldier fly (Hermetia illucens), le mosche soldato», racconta il general manager di Koppert, «le larve di questa mosca sono allevabili in grandi quantità e attraverso sistemi che permettono un allevamento massale in grandi volumi, poi queste sono trasformate in proteine essiccate per diversi usi, come i mangimi o gli alimenti per animali. Oltre a questi sviluppi le larve possono essere utilizzate come alleato naturale per sistemi di concia non inquinanti. Le larve possono ripulire le fibre naturali tramite la digestione di alcune sostanze».

Anche se questo non è il core business di Koppert, l’uso e le possibilità messe in campo dalle larve possono essere interessanti per la filiera del totalmente biologico. Al momento ci sono due biofabbriche Koppert in cui si allevano larve, uno in Francia e uno in Malesya – dove si stanno studiando le proteine per uso alimentare umano. Agire nel rispetto della natura basandosi sui suoi stessi equilibri per rispondere ad attacchi esogeni ed endogeni e alla scienza dell’uomo dovrebbe essere una questione vecchia come il mondo. In realtà i risultati della lotta biologica integrata sono relativamente recenti e il suo utilizzo nell’agricoltura convenzionale non è ancora totalmente condiviso o compreso. Ecco perché la ricerca e lo sviluppo delle possibilità di questa metodologia continuano, per espanderne la rete e ridurre l’uso di prodotti come fertilizzanti artificiali e pesticidi nella produzione alimentare. 

L’International Biocontrol Manufacturers Association

L’IBMA è la voce di centinaia (quattrocentocinquanta) realtà industriali dedicate al biocontrollo in tutto il mondo, compresa l’Italia (IBMA Italia) – di cui Koppert fa parte. Le aspettative di crescita del settore, prevedono un passaggio dal cinque al quindici percento da qui al 2025, un trend che segue gli ultimi anni positivi. Secondo l’IBMA Market Survey 2020 basato sulle vendite di centottantadue aziende associate tra il 2016 e il 2018, oltre il trentotto percento delle realtà coinvolte ha visto crescere le vendite di invertebrati destinati al biocontrollo del trentaquattro percento, i microrganismi e le miscele semi-chimiche sono quasi raddoppiate mentre quelle di sostanze naturali sono triplicate.

Koppert Italia

È stata fondata nel 1990, inizialmente basata a Marzabotto (BO) poi spostata nella sede di Bussolengo (VR) dal 1993. Negli anni ha strutturato sedi e magazzini secondari in tutto il Paese: Latina, Salerno, Vittoria (Rg), Scanzano Jonico (Mt) e Cagliari. Conta complessivamente 29 dipendenti (di cui 2 stagionali). Flavio Lupato (agronomo) è general manager di Koppert Italia dal settembre 2019. Fatturato stimato in 10 milioni di euro. (Koppert Globo ha un fatturato di 270 milioni per 2mila dipendenti).

Mariavittoria Zaglio 

L’autore non collabora, non lavora né partecipa, non riceve compensi né finanziamenti, da alcuna azienda o organizzazione che possa ricevere vantaggi economici o di sorta dalla pubblicazione di questo articolo.

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