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Erba del Chianti - per un ripristino della coltivazione della canapa
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Canapa Renaissance: design, tecnologia e natura

Le infiorescenze di canapa e un nuovo materiale a impatto zero – il chetrabio: Thanos Zakopoulos e Katia Meneghini di Ctrlzak raccontano la direzione artistica di Erba del Chianti

Thanos Zakopoulus e Katia Meneghini

Ctrlzak è uno studio d’arte e di design fondato dalla coppia di artisti Katia Meneghini e Thanos Zakapoulos. «Cerchiamo la profondità, ma nel mondo del design – e soprattutto del web design – è quello che sta in superficie a dover attrarre le persone», racconta Zakopoulus. Ctrlzak ha lavorato, e creato anche quasi da zero, per JCP Universe, Seletti, Triennale di Milano, Moog, Galleria Bianconi, tra gli altri. I punti di riferimento: la cura dell’ambiente, il ritorno dell’individuo al contatto con la natura, l’eco-sostenibilità nella produzione aziendale. Il mondo del design applicato a quello naturale, li ha portati a conoscere Erba del Chianti, azienda agricola di Leonardo Boni situata sui colli dell’Impruneta, vicino Firenze, con la quale hanno iniziato un progetto di riformazione totale del design aziendale.

Ctrlzak: la direzione artistica per Erba del Chianti

«Spesso ci chiedono cosa vuol dire essere direttori artistici», prosegue Zakopoulos. «La mia risposta è sempre la stessa: sapere tutto, poter fare tutto. Una volta sono stato direttore artistico di un’opera teatrale, anche questo è design». Leonardo Boni, proprietario assieme al cugino Niccolò Pacini dell’azienda agricola Erba del Chianti, ha affidato la direzione artistica di ogni ramo della sua azienda a Ctrlzak lasciando libera interpretazione, fiducia e spazio di manovra. L’idea che sta alla base dell’immagine di Erba del Chianti per Thanos Zakopoulos e Katia Meneghini è il reintegro della canapa nel commercio mondiale, soprattutto in quei paesi che da tempo l’avevano esclusa per via dei suoi effetti psicotropi. Questo ritorno alle origini lo chiamano Canapa Renaissance – rinascimento della canapa. 

«Il movimento è partito dal Nord America, soprattutto dal Canada, dove da anni è legale qualsiasi tipo di uso della canapa. Coltivare questa pianta sta facendo riavvicinare i giovani alla terra, alla cultura della natura, a rispettarne le leggi e a sfruttarne le doti. Pensiamo che questo ritorno al passato sia una sorta di rinascimento della canapa, di una coltivazione sviluppata, redditizia e ben radicata da centinaia di anni in tanti stati, che è stata stroncata a metà del Novecento da leggi mirate a limitarne quasi del tutto l’utilizzo. Questo rinascimento della canapa sta facendo cambiare la consapevolezza delle persone nei confronti di questa pianta e delle sue potenzialità». Il progetto con Erba del Chianti parte dalle varie infiorescenze, cardine del commercio dell’azienda, che Leonardo Boni ne ha già sviluppato incroci particolari e ormai molto richiesti dai suoi clienti. Quattro sono i tipi principali dei fiori di canapa di Erba del Chianti: Classico, San Giovese, SuperTuscan, Magnum. Proprio dalle infiorescenze, Ctrlzak vuole far partire il suo progetto di riforma e di immagine per il marchio di Erba del Chianti.

Data la crescita dell’azienda, Zakopoulus e Meneghini stanno creando delle presentazioni per gli investitori, basando il lavoro su un nuovo tipo comunicazione sul mondo della canapa: l’eco-sostenibilità, la riutilizzazione dei terreni agricoli, l’avvicinamento dell’uomo alla natura, le sue potenzialità. Anche la parte online sarà modificata, partendo da una linea riassuntiva del commercio della canapa nei secoli, usando cartine temporali e frecce indicatrici degli scambi commerciali. Le foto sulle facciate del sito di Erba del Chianti saranno incorniciate da descrizioni e spiegazioni della produzione di canapa nella storia d’Italia e, soprattutto, di quella Toscana (nel Chianti in particolare), terra fertile già nel passato per la coltivazione della pianta tra le vigne e gli uliveti. Anche il marchio di Erba del Chianti si rifà al rinascimento italiano: una sorta di costruzione in ferro battuto con al centro una foglia a sette punte: una presa di posizione solida che dà l’idea del ritorno della canapa al centro delle nostre vite; una nuova seppur vecchia concezione materiale e spirituale di coscienza e di vita ecosostenibile.

Per quanto riguarda l’estrazione di CBD per biomassa, «grazie a una legge di febbraio del 2021, ora si possono produrre cosmetici (shampoo, saponi, creme) con estratti di CBD», dice Meneghini, «e anche in questo campo stiamo puntando ad avvicinare il mondo della canapa a quello del lusso. Grazie alla ricerca scientifica che Leonardo Boni ha sviluppato assieme all’università di Firenze e ad altri dottori e dermatologi, l’azienda di Erba del Chianti produrrà delle specifiche creme per la pelle destinate a combattere malattie come l’acne, e altri prodotti estetici di cura del viso e del corpo. La specificità del prodotto e una presa di posizione solida da parte dell’azienda aiuteranno la vendita e di conseguenza la riconoscenza dei compratori di prodotti di alta gamma».

Chetrabio materiale naturale

Un elemento centrale del progetto di Ctrlzak per la direzione artistica di Erba del Chianti è lo sviluppo di un materiale naturale derivato dagli scarti delle piante di canapa: il chetrabio. L’idea sorge da un insieme di collaborazioni tra l’azienda di Leonardo Boni, Thanos Zakopoulos, Katia Meneghini e una fabbrica pugliese che ricicla tutti i resti della pianta. Questi resti sono divisi in settori rispetto alla misura del taglio, sono poi colati in uno stampo e incollati tra loro da una resina naturale: la resina di anacardo. Alla fine del processo il materiale sarà simile a un blocco di legno compensato, con delle sfumature marrone scuro (date dalla resina di anacardo), e di un verde chiaro quasi beige (dato dai resti della pianta di canapa). «La sua versatilità è data dal fatto di essere un materiale malleabile e resistente, che può essere utilizzato per la costruzione di mobili, accessori e magari, in futuro, per la realizzazione di opere artistiche», dice Zakopoulos, «anche la sua estetica si presta a questi scopi, in quanto ricorda molto il legno, ma presenta comunque sfaccettature diverse, grazie ai suoi colori chiaro-scuri che si intersecano a macchie alterne»

Il chetrabio è un brevetto e non è ancora stato messo in commercio, ma tutte e tre le sezioni coinvolte (il produttore di canapa, i designer e l’azienda riciclante) vogliono creare una nuova linea di produzione dedita solamente questo materiale. «L’impatto sull’ambiente è pari a zero. Grazie alla resistenza che si è scoperta provenire dalla resina dei semi di anacardo non c’è bisogno di utilizzare nessun collante per poter creare un mobile con il chetrabio (a differenza del legno compensato), e soprattutto il riciclo della pianta di canapa è una forma di economia circolare perfetta in quanto la pianta, dopo aver fatto il suo lavoro, sarebbe comunque destinata a morire; cosa che invece non accade nel legno, dato che l’albero, se non spiantato, continua la sua vita e a ossigenare il mondo». Leonardo Boni ha già iniziato ad usare il chetrabio per alcuni accessori utili al lavoro nella sua azienda agricola, con l’aiuto dei designer di Ctrlzak, sta progettando una nuova linea di produzione per la realizzazione di opere in chetrabio.

Ctrlzak – Erba del Chianti

Per l’azienda di Erba del Chianti, Ctrlzak. Sul tavolo di lavoro: la ricerca di un genere di infiorescenza soggettiva e solida per differenziare e rendere unica la loro immagine aziendale; la creazione di negozi monomarca; la sensibilizzazione e il riavvicinamento dell’uomo alla natura, alla coltivazione della terra, attraverso una ‘farm’ dove poter far lavorare, far scoprire e far vivere il mondo della canapa a chiunque ne sia interessato, grazie anche a workshop gestiti da professionisti legati al mercato in continua espansione.

Andrea Valbusa

L’autore non collabora, non lavora né partecipa, non riceve compensi né finanziamenti, da alcuna azienda o organizzazione che possa ricevere vantaggi economici o di sorta dalla pubblicazione di questo articolo.

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