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Oltre un secolo d’arte – Collezione Roberto Casamonti

«Ho sempre pensato che la cultura debba essere un bene condiviso, non esclusivo. L’arte è una forma di educazione estetica e culturale universale»

Le origini della Collezione Roberto Casamonti 

Roberto Casamonti apre la sua prima galleria nel 1981 a Firenze, in via Tornabuoni, focalizzandosi su artisti internazionali del XX secolo. Oggi Tornabuoni Arte ha sedi anche a Milano, Forte dei Marmi, Crans Montana, Parigi e prossimamente Roma. Parallelamente alla sua attività professionale, il gallerista cura la sua Collezione che sceglie di condividere con il pubblico a partire dal 2018. 

«La Collezione nasce da un amore per l’arte che si è sviluppato sin dalla mia prima adolescenza. Mio padre amava la pittura e aveva una sua collezione di opere in riferimento soprattutto ad artisti toscani. Ricordo che quando avevo all’incirca dodici anni ero solito accompagnarlo nello studio di diversi pittori, come quello di Ottone Rosai. Quella ambientazione fatta di tele, colori, permeata dall’odore di trielina, fece nascere in me una fascinazione che si accrebbe nel tempo, fino a diventare totalizzante. Nel 1981 inaugurai la mia prima galleria proprio di fronte a dove si torva l’attuale Collezione. La storia delle mie gallerie è andata avanti evolvendosi negli anni. Nel mentre ho iniziato a collezionare opere che mi apparivano significative e che costituiscono oggi il nucleo della Collezione». 

Palazzo Bartolini Salimbeni – Collezione Casamonti

Palazzo Bartolini Salimbeni è la sede di Collezione Casamonti, che valorizza anche il ruolo educativo dell’arte. «La Collezione ha sede al piano nobile di Palazzo Bartolini Salimbeni, edificio storico costruito nel 1520 da Baccio d’Agnolo. L’arte è una forma di educazione estetica e culturale universale. Per questo motivo ho tolto dal circuito della vendita importanti opere ora collocate nel mio museo che, in quanto tale, è adibito solo all’esposizione. Sono convinto che la cultura debba essere sempre più per molti e non solo per pochi. Per questo ho aperto al pubblico la mia Collezione privata». 

Sonia Zampini, direttrice della Collezione Casamonti

Un corpus di opere che segnano i momenti salienti della storia dell’arte contemporanea, organizzate in un percorso espositivo variabile. «La Collezione Roberto Casamonti si articola in due grandi nuclei espostivi presentati alternativamente di anno in anno. Le due relative mostre sono Dagli inizi del Ventesimo secolo agli anni. Sessanta e Dagli anni Sessanta agli inizi del XXI secolo, quest’ultima è attualmente visibile. L’intero corpus delle opere parte con un bellissimo dipinto di Giovanni Fattori, In ricognizione, del 1899, e continua con la presentazione di quadri di importanti maestri come de Chirico, Picasso, Kandinsky, Burri, Fontana; per giungere poi fino alla contemporaneità dove il linguaggio artistico si avvale di nuove espressività, quali l’uso di fotografie, video, supporti diversi frutto di sperimentazioni ed evoluzioni stilistiche».

«In questo percorso visivo la storia dell’arte viene narrata prendendo in considerazione le espressioni artistiche che hanno segnato i punti nodali dell’evoluzione dell’arte, con uno stretto parallelismo tra arte italiana e internazionale». Un insieme di opere per cui è necessaria una curatela specifica e una comunicazione orientata a far comprendere al pubblico la rilevanza storica, spesse volte avanguardista, che rappresentano.

L’allestimento della Collezione Casamonti

«L’allestimento della Collezione prevede, durante il corso della mostra, cambiamenti che consentano la presentazione di opere non sempre esibite, pur essendo parte del nucleo espositivo. Questa alternanza permette di allargare l’offerta nei confronti del pubblico. L’idea di una sorta di dinamicità che sottende la presentazione della Collezione è avvalorata anche da futuri progetti espositivi che si basano su prossime mostre intese come focus tematici inerenti specifici momenti appartenenti alla storia dell’arte. Questa progettualità è in stretta sintonia con la comunicazione sui canali social della Collezione. Comunicazione che si basa essenzialmente sul dialogo tra le opere esposte e gli autori: una reciprocità evidenziata attraverso le parole degli artisti, siano esse tratte da interviste o da scritti. La rilettura in senso più ampio di un’opera d’arte deve necessariamente passare dall’approfondimento del contesto storico e culturale per mezzo del recupero del pensiero degli artisti che ne hanno originato poi la forma compiuta». 

Roberto Casamonti sul digitale e le nuove proposte artistiche

Rispetto alla branca sempre più digitalizzata e immateriale del sistema dell’arte, in particolare rispetto al fenomeno degli NFT, il collezionista afferma: «il dibattito sugli NFT è, parallelamente alla loro nascita, estremamente recente. Questo rende inevitabilmente riduttiva qualsiasi risposta che si prefigga di esprimere una definizione valutativa sull’argomento. Il processo di transizione virtuale che è alla base degli NFT è ogni giorno in itinere, per cui circoscriverne i confini oggi è estremante prematuro. Attendo ulteriori sviluppi che mi permetteranno di assumere maggiori strumenti conoscitivi utili alla formulazione di un’ opinione ponderata». 

Riguardo ai più recenti scenari artistici e alla necessità di una sperimentazione ragionata, Casamonti commenta: «le mie attenzioni sono rivolte in particolare alle opere di maestri storicizzati. Questa scelta ha comunque in sé una vivacità intrinseca in quanto sono molto affascinato dall’uso di diversi linguaggi artistici e dalla loro evoluzione linguistica. In genere sono molto attratto dall’innovazione e dalla sperimentazione, purché sia consapevole, sorretta dunque da solida una struttura teorica». 

Il rapporto con le altre realtà artistiche 

La Collezione è in stretto dialogo con realtà espositive internazionali e nazionali. «Alcune delle nostre opere sono state prestate ad importanti musei quali il MoMA di New York, il Guggenheim di Bilbao, il Multimedia Art Museum di Mosca o il Centre Pompidou-Metz. Abbiamo anche collaborato in Italia con molte istituzioni museali tra cui la Fondazione Giorgio Cini di Venezia, Palazzo Ducale di Genova, il Museo del Novecento di Milano. Gli scambi e le collaborazioni tra i musei in occasione di mostre sono importanti momenti di reciprocità e di approfondimento. Inoltre, a testimonianza del respiro internazionale della Collezione, accogliamo delegazioni in visite istituzionali che costituiscono opportunità di relazione e approfondimento», afferma Sonia Zampini. 

Riguardo a progetti futuri e collaborazioni in fieri, «posso anticipare che l’opera di Arman, Cimabue, presente in Collezione sarà esposta alla Fondazione Cini per la mostra On Fire, che si terrà da aprile a luglio in occasione della prossima Biennale d’Arte di Venezia. La Collezione ospiterà in primavera un seminario inerente l’arte del secondo dopoguerra con gli studenti di Storia dell’arte dell’Università di Firenze. È anche appena iniziata una collaborazione tra l’Università Roma Tre e l’Università di Firenze su un progetto sperimentale di Neuroestetica che ha luogo all’interno della nostra Collezione. Inoltre, entro la fine dell’anno sarà presentata una nuova mostra che si baserà su una selezione di opere tratte dalla prima e dalla seconda parte della Collezione: si intitolerà Un secolo d’arte e descriverà la linea evolutiva dell’arte dal Novecento alla contemporaneità». 

Roberto Casamonti sull’evoluzione del mercato dell’arte

Cosa è cambiato in oltre quarant’anni di carriera da gallerista e collezionista al tempo stesso. «Quel che cambia nel tempo è il linguaggio dell’arte che si ridefinisce di volta in volta in relazione al susseguirsi degli artisti. In questa dinamica è fondamentale saper riconoscere i talenti, avere uno sguardo attento e strutturato per poter distinguere gli artisti e individuarne il merito. Ad esempio, nei primi anni Ottanta iniziai a seguire e ad acquistare opere di Fontana e Boetti quando non tutti credevano ancora nel loro lavoro, prima ancora che divenissero così importanti come sono oggi. Per me, al contrario, sin da allora erano semplicemente straordinari. Il tempo ha confermato poi le mie scelte». 

Roberto Casamonti

Fondatore di Tornabuoni Arte, che oggi conta otto gallerie tra Italia ed Europa, Roberto Casamonti è anche un collezionista di fama internazionale. Nel 2018 apre al pubblico la sua Collezione privata: Collezione Roberto Casamonti, nel cuore del capoluogo toscano. 

Sonia Zampini

Sonia Zampini, storica e critica d’arte, ha curato numerose mostre in Italia e all’estero. Ha scritto cataloghi d’arte, interventi critici e articoli su riviste specializzate. Dopo aver lavorato con Tornabuoni Arte, dal 2018 è direttrice della Collezione Roberto Casamonti. 

Gli artisti che animano le pareti e gli spazi del piano nobile di Palazzo Bartolini Salimbeni

Le opere attualmente esposte rappresentano la seconda parte della Collezione che attraversa le stagioni dell’arte dal secondo Novecento fino a oggi. Per l’Arte povera esponiamo lavori di Penone, Ceroli, Zorio, Merz, Pistoletto, Kounellis, Gilardi, Boetti, Calzolari fino ad arrivare a Pascali. Mentre Biasi, Colombo e Bury testimoniano l’Arte Cinetica o Programmata. Agnetti e Paolini, l’Arte Concettuale. Per il Nouveau Réalisme sono presenti opere di César, Arman, Spoerri, Klein, Hains, Christo, mentre Nam June Paik e Chiari testimoniano il movimento Fluxus. 

Inoltre è rappresentata la Scuola di Piazza del Popolo con Schifano, Angeli, Festa, Tacchi, Mambor e Lombardo. La Land Art con Long e Christo; il New Dada con Rauschenberg e Dine. Gilbert&George, Ontani, Marina Abramovič, Vanessa Beecroft interpretano la Body Art. Le opere sono affiancate da un video di Bill Viola dal titolo The Encounter. La Pop Art americana e Graffiti Art sono presenti con opere di Andy Warhol, Keith Haring e Basquiat. Il movimento della Transavanguardia è documentato da Paladino, Clemente, De Maria e Chia. Inoltre, sono presenti lavori di Melotti, Pomodoro, De Dominicis, Parmiggiani, Adami, Marca-Relli, Uncini, Cattelan, Isgrò. Tra i grandi dell’arte internazionale figurano anche Mirò, Tàpies, Uecker.

Federico Jonathan Cusin

L’autore non collabora, non lavora né partecipa, non riceve compensi né finanziamenti, da alcuna azienda o organizzazione che possa ricevere vantaggi economici o di sorta dalla pubblicazione di questo articolo.

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