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Dai racconti orali ai podcast: voci per l’immaginazione, secondo Matteo Caccia

Nel 2021 sono stati 14,5 milioni gli italiani che hanno ascoltato almeno una volta un podcast. Matteo Caccia, che li fa, racconta perché hanno successo

Lampoon intervista Matteo Caccia

La pandemia ha fatto aumentare le conversazioni a distanza, tra queste le interviste. L’impossibilità di vedere l’interlocutore è stata superata con le videochiamate, che hanno sostituito anche le conversazioni che prima si svolgevano per telefono. In questa sbornia collettiva da videocall, molti credono di poter instaurare un contatto più diretto ed empatico con l’interlocutore osservandolo in volto. Di solito però avviene il contrario: in una telefonata l’attenzione è concentrata su ciò che l’altro sta dicendo, in una videochiamata essa si divide tra voce e immagini. Il volto proprio e altrui, le stanze, le interfacce. Le interviste telefoniche sono sempre migliori delle interviste in videochiamata e Matteo Caccia, che lavora con la voce, lo sa.

La notifica mail che ricorda l’intervista imminente non contiene nessun link Zoom: la conversazione sarà solo telefonica. Matteo Caccia lavora con la voce e sa come attenzione e interesse si legano in modo diverso a suoni e immagini. «La forza dei podcast sta nel potere evocativo della voce che parla – la forma più antica di narrazione, il racconto orale – e nella possibilità che lascia all’immaginazione, senza darle in pasto immagini preconfezionate o distraenti».

L’immagine si mangia le parole: «Questo è evidente a teatro o nelle presentazioni di lavoro. Quando una persona parla e alle sue spalle ci sono immagini o slide di Power point, l’attenzione è catturata dalle seconde. Faccio fatica ad ascoltare una presentazione accompagnata da slide, salvo sia didascalica e le segua passo passo – ma allora sarebbero bastate quelle e ha comunque vinto l’immagine»

Matteo Caccia: i podcast in Italia

Nella nostra mappa sensoriale, immagine batte suono, che significa anche immagine distrae da suono. Eppure le slide sono spesso utilizzate per chiarire, rendere più efficace o meno noioso il proprio discorso, soprattutto da parte di chi, contrariamente a Caccia, crede di non sapere usare al meglio voce, tono e ritmo. «A Milano ogni mese prima della pandemia – e spero di tornare a farlo presto – organizzavo Don’t tell my mom. Invitavo le persone presenti a salire sul palco e raccontare in 5-10 minuti una storia che era successa loro e che avrebbero preferito non raccontare a propria madre. Quando una persona sale sul palco e racconta qualcosa in maniera onesta, senza provare a fare il simpatico o lo spettacolino, è sempre efficace e non è mai noioso. Anche senza aver fatto corsi di dizione, teatro o public speaking»

Non bisogna essere Matteo Caccia, dunque, per raccontare qualcosa senza risultare noiosi. «Il mio sogno è di fare un podcast che sia solo un montaggio di voci altrui e in cui non ci sia la mia voce. Ho come la sensazione che tutte le volte che serve un mio intervento ci sia qualcosa che non va. Se hai pensato un podcast bene, sentendo abbastanza persone, facendo le domande giuste e montandolo bene, sono convinto non ci sia bisogno di altro».

I dati di ascolto dei podcast in Italia

Secondo l’ultima ricerca NielsenIQ per Audible nel 2021 sono stati 14,5 milioni gli italiani che hanno ascoltato almeno una volta un podcast, il 4% in più rispetto all’anno precedente. Le percentuali più alte sono tra la fascia d’età 18-24 (75%) e tra i 25 e i 34 (69%). Il 78% degli intervistati ascolta podcast da casa, seguono macchina (26%) e mezzi pubblici (19%). I dati Ipsos, che al contrario dei precedenti escludono audiolibri e programmi radio ascoltati in differita, stimano che nel mese di giugno 2021 circa 9,3 milioni di persone abbiano ascoltato almeno un podcast. Secondo un’analisi del podcaster e fondatore dell’agenzia di comunicazione Tonidigrigio Alessandro Piccioni su dati disponibili su Listen Notes, ad agosto 2021 c’erano quasi 26mila podcast in italiano, oltre 16mila dei quali pubblicati tra 2020 e i primi otto mesi del 2021. A fine 2021 i podcast in italiano calcolati da Listen Notes erano 27mila.

Matteo Caccia per Audible

Il mondo addosso – Matteo Caccia per Audible – racconta le storie degli abitanti dell’Isola del Giglio dopo il naufragio della Costa Concordia nel decimo anniversario dell’evento. Il precedente Oltre il confine raccontava la storia di Karim Franceschi, venticinquenne che decise di lasciare l’Italia e partire per Kobane, in Siria, per combattere contro l’Isis. Il 6 aprile 2022 uscirà L’isola di Matteo, sul giornalista siciliano Giacomo Di Girolamo, che ogni giorno si rivolge a Matteo Messina Denaro dai microfoni del programma radiofonico Dove sei Matteo

Tutte queste storie per Caccia non sono il fine ma il mezzo del racconto: «Le storie dell’Isola del Giglio vogliono raccontare cosa succede all’essere umano quando l’imprevisto entra nella sua vita – che può essere il naufragio di una nave e la conseguente necessità di prendersi cura dei naufraghi ma potrebbe essere anche un lutto o l’insorgere di un virus. La risposta che emerge dal podcast e dall’esperienza degli abitanti dell’isola è fare comunità, stringersi e andar dritti al punto facendo ciò che è giusto fare. Karim Franceschi dice che se non fosse andato a Kobane a combattere avrebbe dovuto rivedere tutta l’idea che si era fatto di se stesso: tutti noi in un momento della nostra vita ci siamo chiesti quanto avessimo mantenuto delle promesse che ci eravamo fatti da ragazzi. Giacomo Di Girolamo è un uomo che decide di rimanere nel posto in cui vive perché vuole essere fedele a sé e alla gente che ha attorno. Tutti sono capaci a mettere in fila i pezzi di una storia: a me quello non basta, attraverso una storia voglio costruire una nuova narrazione, che vada oltre il mero fatto di cronaca e riguardi tutti noi»

Oltre a produrre podcast Matteo Caccia lavora per la radio

La differenza sostanziale tra i due prodotti è l’attitudine dell’ascoltatore: «L’ascoltatore della radio di solito è in macchina, sta facendo altro e ha a portata di dito un’ampia varietà di scelta. Quando lavoro per la radio so che devo prima di tutto catturare l’attenzione, poi essere interessante. Chi ascolta un podcast sceglie di dedicargli tempo: di solito lo fa in un momento della giornata preciso, in cui sa di potergli dedicare attenzione, come la passeggiata con il cane, il viaggio in treno, la corsa». La predisposizione all’ascolto aumenta: «In questo caso posso puntare sull’essere interessante, sostanzioso, più che sull’essere accattivante».

Qualche consiglio per gli ascolti: «Per lavoro ascolto This American Life di Ira Glass: il programma di narrazione per eccellenza prodotto da Chicago Public Media, che trent’anni fa ha inventato il giornalismo narrativo. Poi Invisibilia, Heavyweight in cui l’umorista Jonathan Goldstein aiuta le persone a cercare di risolvere i loro conti aperti col passato. Jonathan Zenti è stato il primo a produrre podcast nel nostro paese quindici anni fa e a essere pubblicato e premiato negli Stati Uniti. Mi piacciono podcast legati agli animali, come Il gorilla ce l’ha piccolo di Vincenzo Venuto, La città dei vivi». Il più sperimentale: «Swimming Home dell’artista Silvia Mercuriali: non saprei nemmeno dire se è un podcast. È una sorta di performance da ascoltare nella vasca da bagno».

Il mercato dei podcast

Una questione aperta resta il modello di business. Le società e gli editori in campo sono sempre più numerosi. Nel 2020 Guido Brera, Mario Gianani, Roberto Zanco e Mario Calabresi hanno fondato Chora. Luglio 2021: il Gruppo editoriale Mauri Spagnol ha acquisito il 30% della piattaforma di podcast Storielibere.fm. Nel novembre 2021 Gedi ha annunciato la nascita di One Podcast. Infine Audible e Storytel, che lavorano con il sistema del paywall e degli abbonamenti. «La pubblicità e i contenuti brandizzati per ora non bastano. Lavorare a un podcast narrativo di dieci episodi è associabile alla scrittura di una sceneggiatura, ma le economie in gioco sono imparagonabili»

Matteo Caccia

Classe 1975, scrive e racconta storie in radio, per iscritto e a voce. A Radio2 ha scritto e condotto Amnèsia, Una VitaPascal. Nel 2019 è tornato a Radio24 dove aveva iniziato con VendoTutto e Voi siete qui e ora è in onda dal lunedì al venerdì alle 15 con Matteo Caccia racconta: Storie di rinascita. Ha scritto Amnèsia, Il nostro fuoco è l’unica luce (Mondadori) e Il silenzio coprì le sue tracce (Baldini&Castoldi). Per Audible è autore e voce dei podcast La Piena, Oltre il confine, Il mondo addosso e L’Isola di Matteo (dal 6 aprile 2022). Sta scrivendo un saggio narrativo autobiografico e lavorando a un nuovo podcast antologico che racconta vicende di uomini violenti.

Audible

La società di Amazon che si occupa di produzione e distribuzione nel segmento dell’intrattenimento e dell’informazione audio digitale parlata (audiolibri, podcast e serie audio); offre più di 200mila programmi audio in tutto il mondo provenienti dai più importanti editori, broadcasters, artisti, performer e da riviste e quotidiani. 

Nicola Baroni

L’autore non collabora, non lavora né partecipa, non riceve compensi né finanziamenti, da alcuna azienda o organizzazione che possa ricevere vantaggi economici o di sorta dalla pubblicazione di questo articolo.

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