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Sardinia Cannabis: la filiera della canapa in Sardegna

Dall’alimentare alla cosmesi fino all’ecoturismo. Le potenzialità della canapa trovano applicazione in Sardegna attraverso ricerca, imprenditoria, e la creazione di una rete di collaborazioni

Lampoon Interview: Pietro Manzanares, Sardinia Cannabis

«Da anni seguiamo l’evolversi del recupero della canapa nel mondo e abbiamo iniziato a studiare il potenziale della coltivazione e trasformazione nella nostra regione per risolvere problemi comuni e creare economia circolare. Abbiamo iniziato coltivando in modo sperimentale recuperando terreni abbandonati. Creando una filiera regionale della canapa industriale, con un impianto modulare di trasformazione che possa fornire diversi semilavorati, potremmo dar via a una rete di imprese innovative in grado di produrre cibo, medicine, energia rinnovabile, bio-plastiche, prodotti per l’abitare sano e stimoli per l’artigianato, il design e il turismo sostenibile».

Una rete sarda per la coltivazione e valorizzazione della canapa

I soci di Sardinia Cannabis sono circa centocinquanta tra agricoltori, studiosi e imprenditori, dislocati su tutto il territorio sardo. Tra le più fertili la Barbagia, il Campidano, il Sassarese, l’Oristanese e il Cleritano. Le piante presenti sono quelle certificate secondo il catalogo europeo, sia monoiche per produzione di seme che le dioiche per la produzione di fibra ed infiorescenze. Un lavoro che negli anni si è integrato con realtà di interesse della filiera – produttori, imprenditori, Università (di Sassari e Cagliari), associazioni nazionali (come Federcanapa, CanapasativaItalia, La Canapa Ci Unsce, Resilienza Italia Onlus). Negli ultimi mesi si sta portando avanti anche un progetto di legge regionale presentato su suggerimento di Sardinia cannabis e l’associazione in capo al suo presidente è stata chiamata a partecipare prima a un Tavolo Tecnico Nazionale per la riforma della legge 242 e alla realizzazione del piano di settore per la canapa e da cui a seguire è nato il Tavolo Interministeriale, istituito per avere un compito consultivo e programmatico per il mondo della canapa. Obiettivo dell’associazione nei prossimi anni è proseguire nel lavoro di incentivazione della canapa nei diversi ambiti, partecipare al miglioramento ed ampliamento di tutta la filiera, con l’introduzione di un sistema di trasformazione locale il cui obbiettivo è abbattere i prezzi per le grandi quantità e rendere più sostenibile questa fase a livello regionale. Un ultimo obiettivo è la richiesta di Psr per sostenere forme di finanziamenti regionali per portare avanti la ricerca con le Università e le aziende agricole per lo studio delle genetiche autoctone e del fiore, in particolare. 

Canapa in Sardegna: alimentare e cosmesi

Le piante crescono e sono coltivate a seconda degli utilizzi, alte fino a tre metri per la fibra e più basse e distanziate per i fiori con formazioni più omogenee. L’idea e l’azione dei soci fondatori è quella di promuovere la prototipazione e lo studio di prodotti come unione della tradizione culinaria sarda – con i prodotti derivati dalla lavorazione della canapa come farina e olio. Da questo intento sono stati dei prodotti tipici come i Malloereddus, ‘gnocchetti sardi’, il pane carasau e dolci come le empanadas. Gli sviluppi recenti hanno portato alla realizzazione di un pecorino con semi di canapa, Canapino e canapaccio, che cambia a seconda delle diverse stagionature o di hamburger con la canapa in alcuni locali che valorizzano prodotti tipici sardi. Sin dall’inizio della storia dell’associazione sarda si sono attivate collaborazioni con realtà territoriali di produzione, per integrare i prodotti tradizionali all’uso innovativo della canapa: con pastifici, produttori di formaggi. Sono queste alcune delle idee per incentivare la filiera della canapa per i produttori alimentare, in questo ambito i derivati della pianta sono considerati anche superfood o iperfood, ad alto contenuto nutrizionale.

Dal fiore, negli anni più recenti si sono avviate le produzioni dell’estratto di cbd che è utilizzato nella cosmesi, oppure come aromatizzante per la birra artigianale, come potpourri per alcune aziende florovivaistiche. «Questa sono alcune strade per innovare i prodotti esistenti e rendere insieme più ecosostenibile, e verde l’ambiente sardo», come racconta Piero Manzanares. Il ruolo in questo processo dell’associazione è quello di certificare la filiera dotandosi di disciplinari interni e controlli ad esempio in collaborazione con il Nipa dei carabinieri. Nuove frontiere di prodotti attesi riguardano ad esempio il recupero della filiera tessile o l’uso della fibra di canapa per la costruzione di imbarcazioni. Infine, ma non da ultimo, la canapa ha trovato in Sardegna anche diffusione in ambito edilizio, con l’uso del canapulo, per la realizzazione di alcune villette in calce canapa.

Hemp Factory

L’azienda di Roberto Piseddu si è dedicata alla valorizzazione tipica e di eccellenza della canapa alimentare. «La canapa fornisce un aiuto efficace alla difesa dell’ambiente, contrasta l’inquinamento dell’ecosistema, difende la biodiversità, migliora i terreni, favorisce la rotazione e la diversificazione colturale e la conversione al biologico, riduce i costi energetici e il consumo d’acqua. Dalla lavorazione della Canapa si ottengono prodotti alimentari salutari e benèfici. Negli ultimi anni sono molte le ricerche a livello internazionale (ad esempio dell’OMS ndr), che riportano i diversi benefici dell’uso della canapa in ambito alimentare». Il progetto è di filiera corta interamente sarda: si uniscono piccoli coltivatori e si trasforma la materia in prodotti alimentari: farina pasta, pani e olio, tisane principalmente per un posizionamento di mercato di prezzo alto, veicolato nel contesto locale e con capillarizzazione. Il progetto ha nel tempo attivato collaborazioni con diversi chef nel territorio Sardo e partecipato a diverse fiere, per la diffusione della canapa. La filiera è composta da trentacinque mila piante, per circa venti ettari di piccoli raccolti di qualità di trentasei aziende che conferiscono la materia prima. Le tipologie di piante sono varie della canapa sativa come previsto dalla legge 462. L’azienda si attiva grazie a tre e collaboratori interni fissi e una decina di collaborazioni esterne. «Il mercato di riferimento è quello locale, ma anche nazionale ed estero – Europa e Stati Uniti sono un mercato vasto e giovane», spiega il fondatore, «Abbiamo iniziato come divulgatori con un taglio scientifico per costruire autorevolezza e buona informazione, poi nel tempo un passaggio virale e oggi sono le persone a cercarci». Il progetto sostiene la coltivazione della canapa per uno sviluppo eco-sostenbile: «è una coltivazione senza sprechi, a basso impatto ambientale, produce ossigeno e come impresa sosteniamo la produzione di questa pianta come possibilità di sviluppo economico per la regione Sardegna».  

Ecoturismo: in Our garden

Il progetto di Ramona Bavassano, socia di Sardinia Cannabis è in Our garden, un’impresa agricola multifunzionale – un progetto di eco-turismo esperienziale che nasce dentro la cultura della permacultura e come sintesi di esperienze vissute all’estero in Ecovillaggi. L’idea cardine in progettazione è un C-hemp, ovvero un campeggio nei campi di canapa con uno scambio di tempo-lavoro per la raccolta della stessa ed itinerante, nelle aziende coltivatrici: una formula di workstay. «La cultura della case nel mondo è diffusa in realizzazioni di terra cruda. Abbiamo pensato a un progetto di costruzioni in calce canapa e cappotto in canapa da realizzare anche qui. Vorremo costruire anche un piccolo museo didattico sulla canapa per far scoprire i processi trasformativi in piccola scala, i diversi usi dalla realizzazione della carta o mostrare oggetti dove era presente la canapa». L’obiettivo di fare esplorazioni della canapa nella sua versatilità attraverso esperienze ed eventi per sensibilizzare, con proposte di trasformazioni artigianali e performance artistiche differenti.

Sardinia Cannabis

L’assocazione è nata nel 2017 per la coltivazione della canapa sativa in Sardegna, nella zona di Sassari. Associazione Culturale Open Source per il Sostegno, la Ricerca, la Promozione e la Valorizzazione della Canapa e della Canapicoltura in Sardegna, come si legge nella descrizione istituzionale.
Piero ManzanaresPresidente e rapporti istituzionali;
Nino Monti – in capo ai progetti alimentari e alle farine;
Ramona Bavassano – progetti culturali ed ecoturismo.

Veronica Zuccolin

L’autore non collabora, non lavora né partecipa, non riceve compensi né finanziamenti, da alcuna azienda o organizzazione che possa ricevere vantaggi economici o di sorta dalla pubblicazione di questo articolo.

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