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Basse emissioni, tecnologia e una nuova socialità a Sei Milano

Un quartiere polifunzionale, integrato a un parco urbano di 16 ettari, sta nascendo a Milano. Tra gli edifici ad alta prestazione energetica, un’app faciliterà la vita del quartiere favorendo la socialità

Migliorando il rendimento energetico degli edifici, l’Europa potrebbe raggiungere più rapidamente i suoi obiettivi energetici e climatici

Gli edifici sono responsabili di circa il 40 percento del consumo energetico e del 36percento delle emissioni di CO2 nell’Unione europea. Quasi il 75 percento del patrimonio edilizio è inefficiente dal punto di vista energetico, ma solo lo 0,4 degli edifici è rinnovato ogni anno. Si sta spostando negli ultimi anni di ‘Nearly Zero Energy District’, distretti a energia quasi zero: quartieri ad alta prestazione energetica il cui fabbisogno energetico, quasi nullo, deve essere coperto da energia rinnovabile, generata in loco o nelle vicinanze. 

Un rapporto della Commissione europea ha analizzato sette comuni all’avanguardia che hanno fissato obiettivi per ridurre il fabbisogno di energia e aumentare la quota dell’approvvigionamento energetico da fonti energetiche alternative. A Cloughjordan, in Irlanda, sono già stati ristrutturati 350 edifici, portando a 3,5 MWh / anno di riduzione del consumo energetico. Un nuovo eco-villaggio di 132 case è riscaldato interamente da fonti energetiche rinnovabili. La città danese di Helsingør, in Danimarca, ha l’ambizione di diventare un comune a emissioni zero entro il 2030 anche grazie al teleriscaldamento al 100 percento di energia rinnovabile entro il 2035. Sempre in Danimarca, il distretto di Valby a Copenaghen vuole fornire il 15 percento di tutta l’elettricità dal fotovoltaico.

Quasi 300 unità abitative e 13.500 m² di edifici pubblici sono stati ristrutturati e sono state costruite 500 nuove unità abitative ad alta efficienza energetica. In Austria, la municipalità di Stadtwerk nella regione di Salisburgo, mira a eliminare l’utilizzo di combustibili fossili e quasi indipendente dal punto di vista energetico entro il 2050. La domanda di calore per i nuovi edifici è inferiore del 75 percento rispetto allo standard attuale. L’energia solare, già adesso, copre circa il 35 percento della domanda annuale di calore e il distretto utilizza il 78 percento in meno di energia proveniente dai combustibili fossili. A Saragozza, in Spagna, sono stati costruiti 9650 alloggi sociali basati su principi bioclimatici, con una riduzione media del consumo di riscaldamento del 75 percento.

Nearly Zero Energy District

A Milano è in costruzione un nuovo Nearly Zero Energy District, Sei Milano, un progetto di rigenerazione urbana – progettato dell’architetto bolognese Mario Cucinella – che l’impresa Borio Mangiarotti e il fondo Värde stanno realizzando nel quadrante ovest della città, con un investimento di oltre 250 milioni di euro. Un quartiere multifunzionale che accoglierà abitazioni, uffici e negozi in zona Bisceglie. Un’area di 300mila mq all’interno di un parco pubblico.

«Le residenze e gli uffici – spiega Marta Stella, Marketing and Communication manager di Borio Mangiarotti – sono stati progettati anche dal punto di vista impiantistico per essere NZEB. Per le residenze utilizziamo un sistema di generazione dell’energia che prevede teleriscaldamento e teleraffrescamento (Il teleraffrescamento consiste nell’uso del calore prodotto dagli impianti di generazione dell’energia per la produzione di acqua refrigerata, attraverso gruppi frigoriferi. Consente di rinfrescare gli ambienti, attraverso gli stessi elementi utilizzati in inverno per l’emissione di calore, ndr.). L’emissione di CO2 è ridotta quasi allo zero. Abbiamo anche la quota di fotovoltaico, che va a coprire una parte del fabbisogno energetico delle parti comuni». 

16 ettari di parco per la nuova Città Giardino

Le residenze sono immerse nel parco di 16 ettari. «L’architetto Cuciniella parla di Città Giardino, per la connessione tra la parte primaria delle residenze e il parco progettato dal paesaggista francese Michel Desvigne. Un’area verde con una progettazione che traspone il disegno del reticolato della pianura padana a Milano. Ci sono stanze verdi, a cui noi abbiamo assegnato diverse funzioni: orti urbani, frutteti comuni, aree gioco e un bordo forestale a protezione naturale del parco. La scelta delle piante è stata fatta con criterio: sono ad alta cattura di CO2 a bassa manutenzione, sono autoctone (acero, pioppo e salice) e necessitano di una bassa richiesta idrica, in questo modo si creano dei microhabitat ideale per la fauna locale». 

Le 524 abitazioni sono suddivise tra libere e convenzionate

«La quota di edilizia convenzionata – precisa Marta Stella – è poco meno del 50 per cento. Non ci sarà una netta divisione: le due modalità saranno mescolate all’interno anche di uno stesso palazzo. L’economia circolare è un tema caro all’architetto Cucinella. È stato uno degli aspetti valutati nella fase iniziale di quello che noi chiamiamo la progettazione soft. Accanto alla progettazione infrastrutturale si è fatto un lavoro con altre realtà come Planet Smart City, leader globale nello smart social housing (la startup è nata con il fine di progettare e costruire alloggi di qualità a prezzi accessibili, creando delle comunità fondate sulla sostenibilità, l’inclusione sociale e l’introduzione di tecnologie smart n.d.r), che è partita da questa cornice di sostenibilità e dei 17 sustainable goals delle Nazioni Unite, al fine di analizzare i bisogni della collettività. Insieme abbiamo sviluppato un’app che i condomini potranno utilizzare per essere sempre aggiornati sulle attività del quartiere, sui servizi ad hoc per il parco e sui servizi di welfare per le residenze». 

L’attività del Community Management

«supporta la nascita di una nuova comunità di persone attraverso l’organizzazione di attività per il quartiere all’interno degli spazi privati e delle aree comuni. Al piano primo delle residenze c’è un podio, un percorso pedonale che unisce i vari fabbricati, sul quale affacciano le aree comuni che noi abbiamo destinato a diverse funzioni: spazi coworking, una palestra, uno spazio per i bimbi e una biblioteca degli oggetti, dove saranno a disposizione alcuni oggetti di normale utilità, come l’idropulitrice o il trapano, i condòmini potranno prenotarli tramite l’app. A Sei Milano ci sarà un servizio di portierato, che affiancherà il portierato tradizionale a quello che viene definito portierato innovativo. L’idea è nata seguendo un progetto parigino, Lulu dans ma rue: un’edicola che non vende quotidiani, ma servizi in grado di risolvere i problemi quotidiani».

Un’iniziativa nata a Parigi nel 2016 e che si fonda sul principio del ‘portierato di quartiere’. In questo chiosco nel Marais, si incontrano domanda e offerta. I cittadini del quartiere possono acquistare piccoli servizi di cui si ha sempre bisogno (aggiustare il rubinetto o montare le tende, portare la spesa ai piani alti o servirsi di una babysitter). Lulu ha una valenza sociale: i parenti di persone anziane non più autonome possono chiedere a questo portinaio di quartiere l’assistenza. I prezzi sono bassi, dai 5 ai 10 euro per le mansioni più semplici. 

Alcune ispirazioni per il progetto arrivano dall’estero, ma Milano è a sua volta un punto di riferimento:

«Vedo di fronte a noi ancora molti anni di trasformazione. Quello che stiamo realizzando a Milano auspico sia replicato nel resto del Paese. Oggi Milano è avanti, almeno nel mercato immobiliare e nella rigenerazione urbana».

Sei Milano è una città giardino inserita in un nuovo parco pubblico di 16 ettari, in zona Bisceglie. Il progetto è realizzato da Borio Mangiarotti e Värde Partners con un investimento di oltre 250 milioni di euro ed è firmata dello studio Mario Cucinella.

Alessandro Mariani

L’autore non collabora, non lavora né partecipa, non riceve compensi né finanziamenti, da alcuna azienda o organizzazione che possa ricevere vantaggi economici o di sorta dalla pubblicazione di questo articolo.

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