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Gli alberi di Milano – qual è la verità? Forestami e le mancanze del Comune

Forestami progetto di forestazione per Milano è criticato per la cura degli alberi: proseguono le piantumazioni, il coinvolgimento dei cittadini e progetti corollari con Prada

La forestazione urbana di Milano: gli alberi di Forestami

A Milano piove sempre meno. I mesi stagionalmente caldi del 2022 hanno raggiunto temperature senza precedenti, e i casi di picchi fuori stagione si sprecano. Le mappe delle isole di calore, immortalate a giugno 2022 dalla Stazione Spaziale Internazionale con lo strumento di rilevazione Ecostress, hanno fornito uno spunto ulteriore a mass media, istituzioni e cittadinanza. Risulta una differenza di temperatura tra le aree cementificate e i grandi parchi. Non a caso, l’invito della comunità scientifica di fronte a quelle immagini è stato unanime. Piantare alberi in città come Milano è una necessità, per contenere le ondate di calore. Qual è la situazione nel capoluogo lombardo? Porsi questa domanda porta alla prima iniziativa per rilievo a tema forestazione che include Milano e dintorni: Forestami. A oggi, il portale riporta un dato di 427.475 alberi piantati. 

Gli alberi di Milano: La siccità registrata nell’ultimo anno ha comportato ripercussioni sui processi di forestazione

Come segnalato dalla Fondazione Osservatorio Meteorologico Duomo, l’acqua caduta a Milano nel mese di agosto era ben lontana dalla media mensile che oscilla tra gli 8,6 e i 9 centimetri, con un dato appena superiore ai 3 cm. L’ondata di siccità del 2022 ha stroncato sedicimila alberi, adulti e neo-piantati, imponendone l’eradicazione. Il 2023 non è iniziato meglio, costringendo ad anticipare di oltre un mese le bagnature tramite impianti di irrigazione e autobotti.

Il passaggio dall’inverno alla primavera è stato animato da un confronto tra le parti che siedono al tavolo della forestazione di Milano e dintorni. A fine febbraio si è tenuta una Commissione speciale su Forestami convocata da Valerio Pedroni, presidente della Commissione Speciale per l’Economia Civile e lo Sviluppo del Terzo Settore. L’evento ha permesso di dare voce a chi ritiene che il lavoro di Forestami non sia sufficiente in termini di manutenzione. Parte della cittadinanza meneghina non è rimasta indifferente di fronte ad alcune criticità, e ha fatto squadra per un intervento partito dal basso e confluito in iniziative nate sui social come BagnaMi e Forestami e poi DimenticaMi. Nel caso di BagnaMi, fondata sul passaparola, diversi milanesi sono intervenuti in prima persona per salvare le piantumazioni del progetto piagate dalla siccità, attuando pratiche di recupero dell’acqua ad uso domestico da riutilizzare per irrigare alberi e arbusti in difficoltà per il caldo e un livello di manutenzione ritenuto non sufficiente. 

Forestami: Tensioni tra il Comune di Milano e l’appaltatore AVR, azienda che gestisce il Verde milanese

A gettare ulteriore benzina sul fuoco, le tensioni tra il Comune di Milano e l’appaltatore AVR, azienda capofila del consorzio Miami, che gestisce il Verde milanese dopo essersi assicurata l’appalto, rea di non aver garantito un adeguato servizio di manutenzione degli alberi. Un lavoro che sarebbe dovuto passare in mano di MM Spa, società inhouse del Comune, ma bloccato da una sentenza del Tar che ha fatto seguito al ricorso presentato da AVR/Miami, a cui è stata affidata per il terzo anno di proroga consecutivo dalla scadenza dell’appalto la gestione del verde. Palazzo Marino ha già annunciato che farà appello al Consiglio di Stato.

Il punto di Maria Chiara Pastore del Politecnico, Direttrice Scientifica di Forestami

Maria Chiara Pastore è docente al Politecnico di Milano: copre il ruolo di Direttrice Scientifica di Forestami, fa il punto sul sistema manutenzione del programma, evidenziando la distinzione tra cura effettuata e organizzata dal Comune di Milano e manutenzione dei comuni di Città Metropolitana, che gestiscono in autonomia le forestazioni: «Forestami pianta e mantiene per cinque anni. Le manutenzioni corrispondono alle bagnature, che come in quest’anno passato sono state una grande richiesta; abbiamo spostato delle risorse per l’anno scorso dove abbiamo bagnato più del preventivato. Quest’anno, poiché le piantagioni si fanno tra novembre e marzo, le bagnature iniziano a essere fatte a maggio, a seconda della stagione. Abbiamo sempre visto inverni nevosi e primavere piovose, o comunque una piovosità invernale. Quest’anno ha piovuto molto poco e abbiamo già anticipato le prime bagnature per garantire l’attecchimento. Quello che facciamo è controllare la manutenzione, fatta in maniera diretta dai parchi e soggetti piantatori, o dalle cooperative sociali che fanno le piantagioni e si occupano della manutenzione per cinque anni. Questo è un sistema che ci garantisce un monitoraggio del benessere delle piantagioni e appunto degli interventi continui sui siti affidati alle cooperative e coordinate dal comitato tecnico». 

«Credo che il Comune stia estendendo il contratto per le manutenzioni per garantire la continuità» commenta Pastore «Fortunatamente le aree direttamente gestite da Forestami non sono affidate al Comune di Milano, bensì o agli enti piantatori o alle cooperative. Noi abbiamo un controllo completo dei siti di piantagione. È un qualcosa che va a condizionare eventualmente le manutenzioni fatte nelle piantagioni gestite dal Comune di Milano. Seguiamo la situazione perché abbiamo a cuore gli arbusti, ma Forestami non ha voce in capitolo. Sono convinta che l’assessora Grandi stia lavorando affinché le manutenzioni necessarie non vengano sottovalutate». 

Adriana Berra – BagnaMi e Forestami e poi DimenticaMi

Tra le critiche mosse a ForestaMi si è levata la voce di Adriana Berra, ideatrice della campagna BagnaMi e creatrice della pagina Facebook ForestaMi e poi DimenticaMi, presente alla sopra citata commissione: «Sono stata invitata da Carlo Monguzzi (capogruppo dei Verdi milanesi) alla commissione, convocata per parlare della possibilità di impiegare anche da parte del Comune di Milano dei soggetti svantaggiati nella cura degli alberi di ForestaMi attraverso delle cooperative di utilità sociale, già utilizzate direttamente da ForestaMi per questa attività». 

«ForestaMi viaggia su due binari» prosegue Berra «da un lato ci sono gli interventi curati direttamente da ForestaMi, che per la manutenzione si serve prevalentemente di queste cooperative. Nei Comuni della Città Metropolitana, la messa a dimora e la manutenzione è fatta dai manutentori dei Comuni stessi.A Milano abbiamo un appaltatore, quindi una manutenzione esterna gestita dal consorzio AVR/Miami. Poiché ci sono problemi nella manutenzione per la parte gestita dal Comune di Milano, Pedroni – consigliere PD e presidente della Commissione Speciale per l’Economia Civile e lo Sviluppo del Terzo Settore nata tra ottobre e novembre scorso – ha pensato di avanzare l’idea che anche le cooperative si occupassero degli alberi. Non è stata molto dibattuta: la commissione si è trasformata in un momento in cui lasciar parlare i critici di ForestaMi, appunto ForestaMi e poi DimenticaMi. Difficile pensare che senza l’invito di Monguzzi sarebbe mai potuto accadere». 

L’assessora Elena Grandi sulla manutenzione di Forestami

«L’obiettivo era anche avere una risposta dall’assessora Elena Grandi riguardo alla manutenzione di ForestaMi e quello che intendono fare. L’assessora ha annunciato durante la commissione un piano di emergenza – ma così non è. Lo stesso Monguzzi l’ha detto. È un piano di irrigazione, come già dovrebbe essere, per i giovani alberi di ForestaMi. L’assessora ha dichiarato che quest’anno si sarebbe iniziato a bagnare prima, ma in realtà gli alberi una volta messi a dimora andrebbero bagnati sempre, se sono nuovi impianti. Da soli non sopravvivono, ci vogliono comunque delle irrigazioni invernali. Con questo clima è evidente» prosegue Berra «soprattutto per gli alberi messi a dimora in aree di verde non profondo, ma in terreni più recenti. Io abito nel parco di Rubattino, nato da una riconversione industriale. Quando giro a vedere gli alberi noto un terreno sempre arido». 

Forestami: la cura degli alberi piantati 

Il nodo per i critici di ForestaMi – nonché ragion d’essere delle campagne come BagnaMi – rimane la cura degli alberi piantati. Adriana Berra prosegue: «Ci sono problemi di manutenzione. Come ho spiegato durante la Commissione, sono tanti i cittadini che se ne sono accorti in vari quartieri di Milano e hinterland. Hanno visto che gli alberi erano in stato di sofferenza, già da un paio di estati. Piantati e poi dimenticati. Gruppi di cittadini si stavano già dando da fare per aiutare gli alberi, bagnandoli, e io ero una di loro. L’anno scorso ho rilanciato questa iniziativa, di metterci noi cittadini a bagnare gli alberi usando l’acqua riciclata dopo un primo uso domestico. Lo scorso anno c’era scarsità d’acqua. Ricordo le due ordinanze della Regione e del Comune. Tutti vennero invitati a risparmiarla. Così ho pensato di invitare i cittadini a utilizzare l’acqua già utilizzata, dando indicazioni su quale usare. Quest’anno ci stiamo muovendo in anticipo, con il programma di BagnaMi 2023». 

Forestami, BagnaMi 2023

BagnaMi 2023 prevede diverse novità, finalizzate a coinvolgere maggiormente i cittadini e a favorire la loro inclusione attiva. Diversi gli espedienti adottati, tra cui la gamification, che ispira i venturi ‘Oscar di BagnaMi’: «Ci sono aspetti che puntano a coinvolgere i cittadini, stimolandoli, altrimenti ottenere la partecipazione è difficile. Abbiamo pensato alla scuola di BagnaMi, dove riprenderemo i consigli e gli insegnamenti dello scorso anno aggiungendone degli altri. Non solo come e quanto bagnare gli alberi, ma anche come curare la terra dove l’albero è piantato zappandola, concimandola con fondi di caffè o aggiungendone altra. Piccoli interventi che ogni cittadino può fare, aiutando l’albero ad assorbire acqua e nutrienti. Questa scuola la faremo attraverso video (per ora) amatoriali, puntando all’immediatezza, mostrando ciò che si può fare nel poco tempo libero a disposizione». 

«Abbiamo in programma anche sessioni di scuola sul campo, ma per ora c’è più l’idea delle video pillole» spiega Berra. «Faremo le Storie di BagnaMi, chiedendo ai cittadini di registrare piccoli video sui gruppi dei bagnanti, svelando i loro trucchi. Questo modo di fare rete ci ha permesso di imparare qualcosa gli uni dagli altri, come per esempio sfruttare al meglio le vedovelle milanesi senza dover usare taniche e annaffiatoi. Vogliamo cercare anche di dare delle indicazioni ai Municipi, al Comune e al settore verde quando vediamo che certe cose non vanno. Creeremo dei canali di comunicazione con le amministrazioni cittadine, così da fungere da segnalatori sui problemi del verde. Nella speranza che non ce ne sia bisogno. Vediamo che l’assessorato si sta muovendo prima rispetto al passato. Il problema della qualità delle attività del manutentore però rimane».

Adottare un albero a Milano: forestazione urbana e Forestami

«Al di là di costituire i gruppi di vicinato e di quartiere, quello che noi chiediamo al singolo milanese è di provare ad adottare un albero, nei pressi della propria abitazione o dell’ufficio. Daremo suggerimenti su come farlo. In realtà bagnare un albero non deve essere una cosa faticosa. Si può anche trovare il modo di infilare questa incombenza nella quotidianità. L’ho provato in prima persona, trovando dei modi di portarmi dietro l’acqua e di passare sempre dagli stessi alberi. Se ogni cittadino rispondesse a un appello ad adottare e bagnare un albero, qualcosa si potrebbe fare per il verde milanese mal ridotto». Per Adriana Berra permangono le incognite in merito alla possibilità di includere le cooperative senza un adeguato supporto: «Si può anche pensare di schierare sul campo questo personale, a cui però vanno dati gli strumenti. Autobotti, possibilità di attingere alla falda con delle pompe. Ma non è così semplice. Potrebbero pensare di affiancarle al manutentore Miami».

C’è poi consapevolezza dichiarata delle difficoltà in cui opera il Comune e gli interlocutori di BagnaMi, messi al centro di critiche e disamine: «Non invidio la posizione dell’assessora. La manutenzione va fatta con tante autobotti. L’anno scorso ce ne erano poche che giravano. Noi abbiamo parlato con i manutentori sul territorio, probabilmente le autobotti erano anche meno del numero dichiarato. Sono state aumentate rapidamente in un momento in cui la crisi era scoppiata. Capisco che è tutto più difficile per il Comune. Qualsiasi risposta che riceviamo noi di BagnaMI dai cittadini, va bene. Per il Comune è più complesso, mi rendo conto. D’altra parte, quando noi cittadini vediamo che le “svolte verdi” sono prese molto alla larga, con chi ci dobbiamo lamentare? Vero è anche che l’assessora deve inserirsi in un sistema preesistente, che non è facile da scardinare».

Le parole dell’assessora Elena Grandi in merito a Forestami

Elena Grandi, assessora all’Ambiente e Verde del Comune di Milano è parte del Comitato Scientifico di Forestami: «Per quanto riguarda il tema della manutenzione degli alberi, rispetto alle criticità, al cambiamento climatico e alle estati che ci aspetteranno e che ci hanno già dato un loro preavviso, l’anno scorso ci ha colti in parte impreparati. Stiamo lavorando su questo: la città, sia come Comune sia con gli operatori privati e gli altri enti, sia con Forestami, ha partecipato a diversi bandi europei. Vedremo se riusciremo a partecipare a questo nuovo bando del PNRR sulla forestazione urbana, che ha solo il limite di rifarsi a delle aree molto ampie. In una città densa è difficile individuarle, ma si lavora sulle nuove piantumazioni». 

«Questi interventi funzionano se poi funziona la manutenzione» prosegue l’assessora «Stiamo mettendo a punto una serie di azioni che l’anno scorso non erano state previste in tempo, a partire dalla messa in funzione fin da ora di tutti gli impianti di irrigazione. In passato i mesi della primavera venivano dedicati al controllo degli impianti di irrigazione, poi aperti tra maggio e giugno. Quest’anno stiamo esaurendo tutti i controlli, riparando tutti quelli che hanno bisogno di riparazioni. È un lavoro di manutenzione ordinaria degli impianti, ma man mano che li controlliamo li lasciamo già accesi. Il che non significa che l’acqua corre tutto il giorno, ma che invece di non bagnare mai si inizia già una o due volte a settimana ad aprire gli impianti a goccia propria per evitare l’eccessivo distaccamento del terreno. Stanno già girando dodici/tredici autobotti per tutti i nostri municipi, andando a bagnare gli alberi. Questi, che man mano mettiamo a dimora, devono avere per forza una bagnatura iniziale. Iniziano un percorso programmato di bagnature che prevede per il mese di marzo e di aprile due bagnature al mese. Ogni luogo privo di impianto di irrigazione, ma che ha bisogno di essere irrigato, viene bagnato due volte al mese, per poi arrivare nei mesi che purtroppo prevederemo caldissimi e secchissimi a bagnature settimanali. Dovremo incrementare il numero delle autobotti. L’anno scorso siamo arrivati ad averne più di trenta che giravano in tutta la città».

Il nodo della comunicazione sulla questione Forestami tra Comune e cittadini

Non emerge, dal fronte rappresentato da Berra, la volontà di sostituirsi a ForestaMi in determinate attività, quali il coinvolgimento dei cittadini via social, su cui BagnaMi ha costruito la sua posizione nel dibattito sulla forestazione: «Non credo che ForestaMi possa avere difficoltà a usare i social. L’iniziativa CustodisciMi lo dimostra. La partecipazione è comunque un aspetto che porta con sé qualche rischio. Quando i cittadini partecipano davvero, si accorgono di quello che non va. Si attivano, notano le carenze e diventano critici. L’impressione è che il Comune di Milano cerchi una partecipazione ‘controllata’ dei cittadini».
«Ci sono stati contatti tra noi e alcuni tecnici di ForestaMi. Hanno cercato di capire se ci potesse essere uno spazio di collaborazione» continua Berra. «Non credo che ForestaMi abbia bisogno di noi per lanciare un’iniziativa di coinvolgimento dei cittadini. Hanno canali di comunicazione, i contatti di cittadini e di chi ha partecipato agli eventi, le mailing list del Comune. Quando li abbiamo visti abbiamo condiviso le esperienze che abbiamo vissuto sul campo e i problemi che abbiamo visto. Non vogliamo che BagnaMi diventi per ForestaMI un giochino di partecipazione o la foglia di fico per coprire cosa non va nella manutenzione. Più avanti forse con ForestaMI si potranno trovare delle sinergie. Al momento però ci interessano due cose: partire rapidamente a bagnare gli alberi, e vedere cosa farà il Comune di Milano. I cittadini non possono sostituirsi a esso. Gli alberi devono essere bagnati con le autobotti dal manutentore, non a caso sono messi a dimora con un tubo corrugato che è collegato direttamente al pane radicale, e porta l’acqua lì. Senza l’intervento forte del Comune, se si presenta una siccità come quella dello scorso anno, è molto difficile che gli alberi ce la facciano».

Rigore scientifico dei progetti di riforestazione urbana a Milano

Le fa eco la professoressa Pastore: «ci troviamo di fronte a un piccolo pezzo di un sistema complesso, e ne facciamo un assunto che generalizziamo. Nel caso di progetti come Bagnami o Forestami e poi DimenticaMi, rispetto molto l’interesse nel raccontare quello che sta accadendo. Quando però movimenti di questo genere si spingono sui dati e danno delle quantificazioni poi riprese da testate, ho molti dubbi. In realtà o sono dati certi, o ritengo categoricamente impossibile pensare che un gruppo social attraverso un gruppo ancora più limitato di persone che segnalano, riescano a costruire dei dati percentuali di morìa su un capitale che poi non è chiaro se riferito a Comune o Città Metropolitana. Ci si perde in un mare magnum. Affidare dati e statistiche a un gruppo che fa una parte del lavoro mi lascia scettica. C’è bisogno di un dato di partenza, un dato di arrivo, di chi stabilisca dove ci sono le morìe. Io non sono un agronomo, non so se un albero è morto solo perché a me sembra morto. Magari è solo dormiente, e a breve spunteranno fuori germogli. Ormai è stato fotografato, dato per morto e incluso in un conteggio di cui non avevo punto di partenza e di arrivo. È rischioso e crea confusioni che non aiutano nessuno. Si perde molto tempo poi a rimettere in ordine le informazioni corrette».

 «Stiamo strutturando un percorso con Forestami volto alla trasparenza di dati e informazioni, per fare in modo che le persone possano trovare dati, utilizzarli, partecipare e informarsi in una dimensione strutturata che accolga anche diverse anime, tra chi bagna e chi vuole solo acquisire conoscenze. Ci sono diversi livelli di interazione, tutti necessari perché poi arrivano allo stesso obiettivo. È questo il compito dei gruppi di ricerca e delle istituzioni». 

La gestione dei dati e progetti di riforestazione digitalizzati

«Il tema del coordinamento dei dati è gigantesco» prosegue Pastore «una montagna da scalare insieme, e su cui dovremmo tutti allinearci in termini di protocolli e trasparenza di informazioni. C’è molto da fare, anche lato Comune. È dimensione di startup: perché potenzialmente si può fare sempre di più, dal progetto specifico sull’educazione ambientale all’asilo a miglioramenti per qualsiasi settore, dalle biblioteche agli ospedali. Servono sempre più personale, energie e capacità di coinvolgimento, perché i tavoli non sono mai gli stessi. Ognuno di essi ha bisogno di fondi, aree, disegni e tempi differenti. La fortuna è che è un’iniziativa che fa cose diverse su più scale: pubblico, privato, fondi di ricerca, crowdfunding. È multisettoriale, richiama più stakeholder, mantenendo sempre attivo l’interesse. Giunti al quinto anno non vediamo la flessione, in questo momento siamo molto presi su fondi pubblici. Esiste una rete forte, formata da un comitato tecnico pubblico e da cooperative sociali dedite al mantenimento. Fondazione di Comunità, parte di Cariplo, si occupa di questa gestione».

«Anche noi ci stiamo muovendo per fare un format o un contenitore per fare in modo di programmare insieme ai cittadini gli interventi» continua l’assessora Grandi «BagnaMi lo sta già facendo, ingaggiando i cittadini ma è qualcosa che non può sostituire l’intervento del manutentore del verde. Cosa che non è stata fatta. Vorremmo però creare un format sul modello di città in Europa come Berlino, che hanno creato un sistema interattivo in cui un portinaio di un condominio che ha davanti tre giovani alberi e ha la casa in cortile può bagnarli tutte le mattine e riportarlo in un luogo virtuale puntualmente aggiornato».

Gli ultimi numeri di Forestami

A supporto di una descrizione della situazione di uno stato di forestazione dissimile da quello rappresentato dai critici dell’iniziativa, l’assessora Grandi riporta alcuni numeri: «La superficie totale di verde pubblico nel Comune di Milano, tolti i giardini privati, sono 25 503 768 m² che equivalgono a 18,26 m² a persona. È un dato costantemente in crescita dal 2018. In una città densa, che continua a costruire, stiamo aumentando la quantità di aree verdi. Il patrimonio cittadino è di 250.000 alberi singoli, più quelli delle aree boscate che vengono tutti conteggiati e di quelli gestiti da altri enti che sono appunto Forestami piuttosto che Parco Nord piuttosto che operatori privati piuttosto che aree private, per un totale di 520.000 alberi di varie tipologie sui quali stiamo lavorando per modificare la scelta delle tipologie. Evidentemente di fronte alla presa di coscienza di cambiamenti climatici, noi dobbiamo immaginare di utilizzare specie di alberi che siano sempre meno bisognose di acqua. Questi alberi nei parchi e nelle aree verdi sono circa il 70-60%, nelle alberate stradali sono circa il 26%, negli edifici e nelle scuole sono circa il 12%. Vengono rinnovati in un numero e in un ordine che oscilla tra il 10 e 20%, perché il calcolo fisiologico di morie degli alberi e dismessi in una città ogni anno è quello del 10%. L’anno scorso abbiamo una percentuale maggiore, complice un fenomeno estremo di vento registrato il 7 febbraio 2022 che ha schiantato centinaia di alberi adulti, che sono quelli che pesano di più sul valore ecosistemico».

«Poi abbiamo avuto quest’estate secca, che ha aumentato la moria degli alberi. Noi calcoliamo di piantare quest’anno nella stagione agronomica 22-23 – quindi dobbiamo chiudere con le piantumazioni entro la fine di marzo – quasi 18.000 alberi nuovi. Per quanto riguarda gli alberi morti l’anno scorso, in totale sono stati poco meno di 15.500, di cui solo 1/3 dei giovani alberi erano quelli che avrebbero avuto bisogno di essere bagnati, perché gli altri, dopo il terzo anno da che sono stati messi a dimora, non devono più essere irrigati. 

Sul totale degli alberi morti, anche per carenza di nostre cure, oltre che per la siccità e il caldo, ce ne sono anche altri morti perché molto adulti. Su quelli non ci sono impianti di irrigazione, non si è mai bagnato un albero adulto dopo che è stato messo a dimora. Quest’anno dovremo cercare di valutare quali sono tra questi alberi quelli più in sofferenza per quest’estate, e cercare di andare a bagnare anche quelli adulti. Ormai ho passato quindici anni ad occuparmi del verde del Municipio 1 e poi del verde della Città. C’è retorica c’è anche la giusta sensibilità dei cittadini che hanno capito qual è il ruolo fondamentale dei nostri alberi, però forse manca anche un po’ la consapevolezza di come si deve lavorare, di quanto sia esteso il nostro patrimonio, e di quanto il lavoro sia complesso, perché la moria di quest’anno e tutte le successive sono andate oltre qualsiasi programmazione di manutenzione ordinaria e straordinaria». 

Forestami avrà le spalle abbastanza larghe per reggere l’estate ventura?

«Dobbiamo reggere. Io credo che quest’anno saremo attrezzati meglio. C’è poi il tema dei pozzi di prima falda, che io continuo a sostenere: dovranno essere incrementati. In attesa di sbloccare questa situazione di ricorsi sull’affidamento della manutenzione del verde, stiamo già lavorando adesso per allacciare nuovi impianti di irrigazione a pozzi di prima falda già esistenti, creati non per irrigare ma per il controllo dell’acqua di falda. Con l’obiettivo futuro anche di crearne di nuovi, per non continuare a utilizzare l’acqua dell’acquedotto per bagnare il nostro verde. È un obiettivo che da qui ai prossimi tre anni ci dobbiamo dare» conclude l’assessora.

L’Accademia con il Gruppo Prada per la riforestazione della città di Milano, in collaborazione con Forestami

Il 20 marzo la Triennale di Milano ha ospitato il Forum Siccità, organizzato da Forestami assieme al Politecnico di Milano. Nella cornice dello spazio museale, è stata presentata Forestami Academy, un progetto di formazione teorica e pratica sulla forestazione rivolta ai cittadini, realizzato assieme al Gruppo Prada. Quest’ultimo si era già unito al progetto di forestazione alla fine del 2022, durante la green week milanese, nel corso del simposio La natura al centro della ricerca e della progettazione degli spazi di lavoro, ospitato sempre in Triennale, in cui fu sancita la collaborazione. «Questo progetto ci permette di lavorare di più nella comunicazione dei benefici della forestazione sana, del perché si piantano e dove si piantano arbusti nelle nostre città, e quali sono le caratteristiche delle foreste urbane» spiega Pastore. 

«Grazie a Prada abbiamo potuto immaginare un percorso triennale di conoscenza elaborato sul triennio, con dei temi specifici. Il primo riguarda dove sono le foreste, e cosa sono le foreste urbane; abbiamo degli esperti internazionali, come Simone Borelli, uno dei dirigenti che si occupa di forestazione urbana che lavoreranno all’apertura della prima giornata. Immaginiamo con una call pensata per il grande pubblico di avere dei partecipanti che cominceranno ad approfondire il tema, che verrà ripreso a giugno con docenti dell’università di Delft. Poi a ottobre si prosegue con una giornata sul campo, su un sito di piantagione a noi molto caro, un progetto europeo che con Forestami abbiamo promosso, che ha candidato la Statale all’Unione Europea, dove Forestami ha soltanto supportato la relazione tra le aree e il progetto. Non pianta e non riceve finanziamenti in questo caso. Il contributo è stato di cercare insieme aree su cui svilupparlo». 

Superb, Systemic solutions for Upscaling of urgent Ecosystem Restoration for forest-related Biodiversity and ecosystem services

Il progetto in questione è Superb (Systemic solutions for Upscaling of urgent Ecosystem Restoration for forest-related Biodiversity and ecosystem services), finalizzato al ripristino delle foreste, incremento della biodiversità e dei servizi ecosistemici e avviato con il coordinamento dello European Forest Institute. Ha una durata di quattro anni e riunisce 36 enti europei, tra istituti di ricerca e università, oltre a 90 partner tra agenzie governative e associazioni impegnate nella gestione e nella tutela della biodiversità. Il progetto Superb interessa 12 macro-aree situate in 13 Paesi europei. Tra queste, anche la Pianura Padana, dove è prevista la piantagione di 10 ettari di boschi.

«Il secondo anno è legato alla salute, quindi sviluppare il rapporto sulle foreste urbane sempre seguendo lo schema di due giornate di lavoro e la terza sul campo, così come il terzo anno, dedicato al tema delle città e delle innovazioni, indagando qual è il rapporto tra foreste e il loro contesto urbano e l’innovazione che le città propongono attraverso questo lavoro. Durante questi momenti, agli iscritti – che riceveranno un attestato di partecipazione – verranno segnalati dei testi che possano rappresentare delle letture d’accompagnamento del percorso di conoscenza, favorendo percorsi di interazione così da creare una comunità unita da un interesse comune, che possa diventare ambasciatrice del progetto e di nuovi». 

Verde a Milano: i progetti per il futuro 

«Dall’avvio del progetto, sono stati raccolti 2,8 milioni di euro. Quello che cerchiamo sempre più di fare è di legare risorse pubbliche e private. Come nel caso di Superb, Forestami non ha raccolto né fondi pubblici né privati, ma ha fatto in modo che con la rete di relazione, conoscenze e scambio, la Statale e il Parco Nord ricevessero fondi europei per fare piantagioni in Città Metropolitana. È come se fossero delle risorse indirette, che comunque portano alberi e arbusti. Altri progetti a cui stiamo lavorando sono legati al PNRR, sia sperando che la città Metropolitana faccia delle candidature in modo che arrivino dei fondi, e anche facendo sperimentazione attraverso progetti dell’hub universitario NBFC – National Biodiversity Future Center, dove si stanno cercando aree che facciano forestazioni che siano sperimentali, che porteranno nuovi alberi e arbusti su cui scienziati di diverse discipline effettueranno studi sul campo con la ricerca biologica. C’è una tensione tra fondi pubblici e privati nella miglior coesione, cercando di legarli al territorio da cui abbiamo sempre una risposta positiva. Di recente abbiamo sottoscritto 62 protocolli d’intesa con i comuni; quindi, siamo a metà dell’opera (sono 133 in totale, ndr), ma siamo anche positivi sul riuscire a raggiungere anche gli altri, per lavorarci in continuità». 

21 marzo: Giornata Internazionale delle foreste

Nel 2012 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite proclamò il 21 marzo Giornata Internazionale delle foreste con lo scopo di sensibilizzare la popolazione mondiale sull’importanza della forestazione in ambito urbano ed extra-urbano. Gli alberi compongono un ecosistema fondamentale, costantemente messo a rischio da vari fattori che favoriscono i processi di degrado forestale e deforestazione. Il primo consiste nella riduzione della densità di alberi all’interno di una determinata area deputata alla crescita delle piante, ridotte momentaneamente a causa di fenomeni temporanei, e destinate (se possibile) a prosperare in futuro. Con deforestazione si intende la completa rimozione degli alberi finalizzata alla conversione del suolo per un uso alternativo. Questi due scenari sono favoriti fondamentalmente da cinque fattori: incendi e fenomeni ambientali distruttivi; produzione forestale, che prevede il disboscamento controllato per realizzare prodotti come legname e carta; deforestazione commodity-driven, la conversione permanente delle foreste per uso agricolo, estrattivo o energetico; shifting agricolture, ovvero l’uso agricolo in piccola e media scala della foresta, successivamente abbandonata per permettere la riforestazione; da ultimo, l’urbanizzazione, che toglie verde per fare spazio a infrastrutture e città. 

Forestami 

Forestami è un progetto promosso da Città metropolitana di Milano, Comune di Milano, Regione Lombardia, Parco Nord Milano, Parco Agricolo Sud Milano, ERSAF e Fondazione di Comunità Milano, che prevede la messa a dimora di tre milioni di nuovi alberi e arbusti entro il 2030. Nata da una ricerca del Politecnico di Milano grazie al sostegno di Fondazione Falck e FS Sistemi Urbani, l’iniziativa si fonda su un ampio ventaglio di obiettivi: favorire la biodiversità di fauna e flora nelle aree urbane, periurbane e agricole, ridurre l’inquinamento e il fenomeno ‘isola di calore’ attraverso un abbassamento tra 2° C a 8° C nelle aree urbane, incrementare la tree canopy cover del 5% rispetto al 16% attuale di Tree Canopy Cover della Città Metropolitana di Milano, abbassare i consumi energetici, valorizzare gli immobili e il patrimonio di infrastruttura green esistente con la messa a sistema di tutte le superfici verdi, riqualificare i quartieri periferici, incentivare il dialogo tra pubblico e privato e ridurre il consumo di suolo.

Filippo Motti

L’autore non collabora, non lavora né partecipa, non riceve compensi né finanziamenti, da alcuna azienda o organizzazione che possa ricevere vantaggi economici o di sorta dalla pubblicazione di questo articolo.

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