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Lampoon, Piantagioni policicliche, Cartiere Carrara
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Più del 60% delle aziende di Piazza Affari sono a gestione familiare

Cellulosa pura, un impianto per le materie riciclate e piantagioni policicliche per la riproduzione di un habitat toscano. Mario Carrara racconta le evoluzioni di Cartiere Carrara – 150 anni di carta 

Cartiere Carrara 150 anni di evoluzione

Cartiere Carrara nasce nel 1873. In quell’anno la famiglia Carrara avviava la prima macchina per la produzione di carta da stracci: «Si trattava di una piccola cartiera che faceva carta paglia», racconta Mario Carrara sull’azienda familiare che porta il suo nome. «Mio nonno Mario, insieme ai fratelli Giuliano e Tullio, ha deciso di portare avanti l’azienda facendola crescere fino a creare una multinazionale. Hanno installato in Italia la prima macchina di tissue, e hanno poi acquistato aziende in Spagna, in Francia e in Inghilterra. Negli anni Duemila la holding è stata ceduta a SCA, multinazionale svedese. A quel tempo erano rimaste fuori dal deal cartiera Carma e la cartiera di Pietrabuona, così mio padre, terminato il patto di non concorrenza con SCA è ripartito da Cartiera Carma».

Intervista a Mario Carrara di Cartiere Carrara

Mario Carrara, nato a Prato nel 1989, dopo aver ottenuto il diploma di istituto tecnico commerciale ha continuato gli studi presso l’European School of Economics, prima a Londra e poi a Firenze. In seguito, ha deciso di entrare nella parte produttiva dell’azienda: «Ho passato due anni nello stabilimento di Pratovecchio in Casentino, dove abbiamo lo stabilimento per capacità produttiva di tovaglioli più grande d’Europa. Si tratta di uno stabilimento integrato, dove ci sono la parte di semilavorato e la parte di converting. In seguito a questi due anni ho frequentato un master alla Luiss sul family business management: credo nei valori delle imprese familiari. I numeri parlano: più del 60% di Piazza Affarisono a gestione familiare».

Cartiere Carrara: il reperimento della materie prime

«Il processo di reperimento delle materie prime parte dalla selezione dei fornitori. Usiamo solo materie prime certificate PEFC e FSC provenienti da foreste gestite in modo sostenibile. Quando si va a tagliare delle piante per fare la cellulosa, ne sono poi ripiantate altre per non intaccare il loro ciclo di vita naturale». Grazie a un processo integrato, Cartiere Carrara produce semi lavorato dalla materia prima e lo trasforma in una gamma di prodotti finiti.

«Si parte dalla cellulosa che viene messa nel pulper per essere lavorata. Il termine tecnico è ‘spappolata’. In seguito la cellulosa che si è sciolta è trasportata tramite dei tubi e appoggiata su un’apposita tela in cui viene asciugata. Da qui esce la bobina madre. Si tratta di bobine molto grandi che vengono fasciate e trasferite nella parte di converting, dove il prodotto viene tagliato e sminuzzato per arrivare al prodotto finito. Gli step finali sono quelli della confezionatrice e della scatolatrice. Tutti i nostri siti produttivi sono in Italia: abbiamo dieci macchine continue e più di quaranta macchine di trasformazione. Ci diramiamo tra Savona, Capannori e Pescia, e nel Casentino. Abbiamo degli stabilimenti anche nel centro-sud Italia, uno a Latina e l’altro a Frosinone. Nello stabilimento di Ferrania abbiamo tra l’altro un disinchiostratore, in cui vengono trattate le materie riciclate».

Cartiere Carrara: la certificazione Gold Medal di Ecovadis

Nel 2021 Cartiere Carrara ha ottenuto la valutazione Gold Medal di Ecovadis, provider internazionale per la valutazione ambientale. «Abbiamo sviluppato un laboratorio e un impianto pilota con un team di ricercatori di assoluto valore che ci consentono di sviluppare internamente non solo prodotti ma anche processi mirati alla riduzione dei consumi di risorse naturali, alla riduzione delle emissioni di CO2 e dell’utilizzo delle plastiche nel processo produttivo. Siamo un benchmark per quanto riguarda il settore, perché i nostri consumi sia di per quanto riguarda l’acqua che per le emissioni e il consumo di elettricità sono di un terzo sotto la media di settore».

Cartiere Carrara e i progetti Kilometroverde Lucca e piantagioni policicliche

«Attualmente stiamo realizzando due importanti progetti di forestazione in collaborazione con Rete Clima, Compagnia delle Foreste e PEFC. Il primo è il Kilometroverde Lucca, una forestazione lineare sull’autostrada A11, sul tratto all’altezza di Capannori in provincia di Lucca. Abbiamo impiegato oltre dieci anni per acquistare tutte le particelle di terreno lungo quel tratto autostradale: solamente trovare i proprietari dei terreni (a volte emigrati all’estero) ha richiesto tempo e pazienza. Lo sforzo è stato importante ma siamo riusciti a rendere qualcosa di impattante alla comunità, anche solo per quanto riguarda una piccola riduzione di CO2». Il progetto avviato nel 2020 include un prototipo di piantagione policiclica e la ricostruzione di un bosco tipico toscano ormai estinto la cui realizzazione è in corso e sarà portata a termine entro aprile 2022. La forestazione è realizzata con specie autoctone in sostituzione di alcune piante cresciute spontaneamente ma di scarso valore eco-sistemico.  

«L’altro progetto invece è la realizzazione di  piantagioni policicliche su un’area dicirca duecento ettari a Badia Pozzeveri in provincia di Lucca, che saranno completate in circa 12-15 anni: si tratta di vera forestazione con un programma proiettato nel futuro. Sono azioni infatti che compiamo oggi ma di cui vedremo i risultati nel tempo, perché le piante hanno un tempo di crescita lungo e necessitano di cura costante.Sono gesti tangibili sia per la comunità che per l’ambiente».

Sostenibilità sociale e nuovi progetti di Cartiere Carrara

«Siamo partner dell’ospedale pediatrico Meyer a Firenze, della fondazione Tommasino Baciotti (che fornisce alloggi alle famiglie dei bambini in cura per i tumori infantili); abbiamo costruito un ospedale–MAiC Onlus–per le persone con disabilità, oltre a sostenere altre attività sul territorio. Siamo sponsor e partner di Fondazione Mascarade, che si occupa di fornire borse di studio ai talenti dell’opera lirica. La sostenibilità è sempre un dare, a 360 gradi».

«Ci stiamo organizzando per realizzare un’attività didattica rivolta alle scuole per quanto riguarda la forestazione e sensibilizzare bambini e ragazzi sul tema della sostenibilità: insegnargli cos’è ad esempio una pianta autoctona, come mai nascono determinate piante in un certo tipo di territorio e perché. Più i giovani riescono a toccare con mano certi tipi di tematiche, più acquisiscono consapevolezza dell’ambiente che li circonda. Guardiamo alle nuove generazioni, e ci premuriamo del futuro che li attende».

Mario Carrara

Mario Carrara, nato a Prato nel 1989, dopo aver ottenuto il diploma di istituto tecnico commerciale ha continuato gli studi presso l’European School of Economics, prima a Londra e poi a Firenze. In seguito, decide di entrare nella parte produttiva dell’azienda.

Francesca Fontanesi

L’autore non collabora, non lavora né partecipa, non riceve compensi né finanziamenti, da alcuna azienda o organizzazione che possa ricevere vantaggi economici o di sorta dalla pubblicazione di questo articolo.

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