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50 anni Fuori! - storia del primo movimento omosessuale italiano
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50 anni Fuori! – storia del primo movimento omosessuale italiano

L’anno 0 per il movimento LGBT italiano è il 1971: nasce la prima rivista che lotta per il cambiamento culturale. A Torino in programma una mostra e la digitalizzazione del suo archivio

Omosessualità e psicanalisi

Il 15 aprile 1971 il quotidiano La Stampa pubblicò un articolo di Andrea Romero, primario di neurologia dell’ospedale Mauriziani di Torino, su un tema di scottante attualità. L’infelice che ama la propria immagine, diceva il titolo, È l’omosessuale, richiamava il sommario. Oltre a riportare la corrente psicanalitica del tempo che attribuiva all’omosessualità i caratteri di infelicità e di desideri inespressi dell’infanzia, il neurologo si soffermò sulla recensione del libro Diario di un omosessuale, scritto dallo psicanalista GIacomo Dacquino, che aveva registrato, senza autorizzazione, le sedute di un paziente omosessuale definito ‘guarito’ attraverso la terapia. La psicanalisi può agire efficacemente in molti casi, concludeva Romero. 

La nascita del Fronte Unitario Omosessuale Rivoluzionario Italiano

Fu l’occasione per un’azione rivoluzionaria, la scintilla che scatenò la risposta della comunità omosessuale torinese e portò alla fondazione della prima associazione di liberazione omosessuale italiana: il collettivo F.U.O.R.I. Le prime proteste apparvero sui muri di Torino con l’acronimo di Fronte Unitario Omosessuale Rivoluzionario Italiano. In testa al movimento di protesta c’era Angelo Pezzana, proprietario della libreria Luxemburg e omosessuale dichiarato. Dalle prime proteste nacque il numero 0 di Fuori! – mensile di liberazione sessuale, rivista che nel 2021 compie 50 anni. L’anniversario sarà festeggiato a Torino con una mostra e la digitalizzazione dell’archivio della fondazione Sandro Penna, che ha raccolto l’eredità dell’associazione e della rivista, attiva dal dicembre 1971 fino all’ultimo numero pubblicato nel 1982.

La rivista era aperta a tutti i confronti, trattava tematiche politiche – come la liberazione della donna – e come l’acronimo suggerisce, poneva al centro delle sue rivendicazioni il coming out e la protesta contro la società patriarcale e borghese. Un discorso rivoluzionario: perché crediamo che sia l’unico modo per venirne FUORI. Il riformismo potrà anche farci ‘accettare’, la rivoluzione ci renderà liberi. All’immagine tradizionale dell’omosessuale che aspira ad inserirsi senza troppo rumore in questa società nevrotizzante, opponiamo l’immagine dell’omosessuale rivoluzionario che vuole ESSERE, si legge sul manifesto del numero 0 della rivista.

Fuori! – mensile di liberazione sessuale: la mostra a Torino

«La mostra che inaugurerà al Museo diffuso della Resistenza di Torino il 22 settembre è una mostra storica e sarà strutturata con un percorso cronologico», ha spiegato a Lampoon Maurizio Gelatti, vicepresidente della Fondazione Sandro Penna. «La mostra sarà arricchita da materiali che fanno parte degli archivi della Fondazione e ci saranno due sezioni, una legata al pre – il periodo precedente al 1971 che ha reso possibile la nascita del Fuori! – come ad esempio la visita a Torino di Allen Ginsberg nella libreria di Angelo Pezzana e alcuni fatti legati al dopo, che sono quel trait d’union tra il Fuori e i movimenti LGBT come li conosciamo».

Uno dei progetti (in partnership con l’Università di Torino) è la digitalizzazione dell’archivio e la pubblicazione di molti dei materiali sul portale del Polo del Novecento. – il centro culturale polifunzionale della città dedicato alla cultura del Novecento. «La prima fase è conclusa, l’indice della rivista è già disponibile sul portale. Ora proseguiremo con il catalogo della biblioteca del Fuori!», spiega Gelatti. 

La protesta di Sanremo del 1972

La protesta di Torino proseguì nel 1972 a Sanremo, città del primo convegno del Centro italiano di sessuologia dedicato alle devianze sessuali e alle terapie per curarle, come gli shock elettrici o i trattamenti ormonali. Circa 50 attivisti del Fuori si presentarono davanti al casinò della città, sede dell’incontro, con cartelli e gridando slogan e, nei due giorni seguenti, intervenendo ai lavori del convegno dal tavolo dei relatori. «Il 1972 è un anno importante per due motivi. Oltre alla protesta di Sanremo – con la presenza di Angelo Pezzana e Paolo Mieli – prese ancor più piede la pubblicazione del Fuori! con il numero 1. Il giornale ha iniziato a essere diffuso in modo più capillare. Aveva modo di arrivare nelle librerie e nelle edicole», spiega Gelatti.

Il movimento LGBT italiano

La mobilitazione del “Fuori!” ha rappresentato il primo momento di identificazione per il movimento LGBT italiano. La trasformazione dell’associazione in Fondazione ha tuttavia cristallizzato i primi anni di lotte e proteste e passato il testimone alle generazioni future. Gli anni Ottanta e Novanta – non solo per il movimento italiano – si caratterizzarono per una protesta meno contro-culturale e rivoluzionaria, ma più legata a temi politici. La sensibilizzazione per la prevenzione contro l’HIV e la lotta per ottenere diritti per i malati di Aids, la ricerca di visibilità e diritti sono stati gli obiettivi-approdo di molte mobilitazioni.

Con Gelatti abbiamo ragionato sull’aspetto culturale, su dove si sia posizionata la comunità e il movimento dopo la chiusura dell’esperienza Fuori!. «In quel periodo storico c’era un’esigenza particolare, con istanze politiche. Il collettivo ha accettato di esistere come movimento rivoluzionario e si è trasformato in Fondazione proprio perché a quel punto quel ruolo politico era soprattutto di documentazione storica e culturale. La Fondazione ha continuato ad arricchire l’archivio, ha iniziato a organizzare momenti importanti, come il premio Fuori! che individua le più importanti opere LGBT o adesso la digitalizzazione degli archivi e anche la mostra».

La scintilla Fuori! è stata figlia del suo tempo. Negli anni Settanta la stampa – specchio della società – riportava le notizie sulle persone omosessuali solo nella cronaca nera. La nascita del primo movimento omosessuale ha fatto sì che questo tipo di argomenti fossero trattati in modo diverso – uno degli obiettivi raggiunti anche dal contemporaneo movimento LGBT, molto presente sui social e sulle pubblicazioni più liberali, Gelatti ci parla di un esempio: «una biblioteca di una cittadina dell’hinterland torinese ha deciso di dedicare uno scaffale ai testi LGBT per dare la panoramica più rispecchiante possibile della realtà LGBT». Il movimento – forte di decenni di attivismo e lotte – ha le armi per contrastare gli attacchi politici e per produrre cambiamento culturale. Là fuori però si sentono ancora gli echi dei ragionamenti psicanalitici del professor Romero.  

Il Museo Diffuso della Resistenza 

Una mostra storico/documentaria comprendente fotografie, documenti storici, video, manifesti, corrispondenze e riviste per festeggiare i 50 anni dalla nascita del FUORI! Da Giovedì 23 Settembre a Domenica 24 Ottobre 2021

Emanuela Colaci

L’autore non collabora, non lavora né partecipa, non riceve compensi né finanziamenti, da alcuna azienda o organizzazione che possa ricevere vantaggi economici o di sorta dalla pubblicazione di questo articolo.

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