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Coltivare un terreno a regime biologico
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I campi sono laboratori di ricerca per le energie rinnovabili

Sperimentazione, recupero e mantenimento della biodiversità locale, l’impegno di Stuard – Azienda Agraria Sperimentale con venti progetti di sviluppo rurale in corso

L’Azienda Agraria Sperimentale Stuard, San Pancrazio

Le indicazioni per raggiungere l’Azienda Agraria Sperimentale Stuard a San Pancrazio segnalano anche la strada consigliata se si arriva in bicicletta. Non è il tempo a essersi fermato, in questo podere alle porte di Parma. Il passato si rinnova attraverso le conoscenze moderne, acquisite attraverso lo studio della terra. La conservazione, il recupero e il mantenimento della biodiversità locale cerealicola e orticola è uno degli obiettivi della Stuard, fondata nel 1983 come azienda speciale della Provincia di Parma per volere di esperti agronomi e dell’allora Assessore regionale Giorgio Ceredi, volendo favorire la ricerca sulle coltivazioni e sugli allevamenti della Regione Emilia Romagna per migliorarne competitività e favorendone la modernizzazione.

Il luogo in cui si è deciso di realizzare l’Azienda e il nome che le è stato assegnato rimandano a Giuseppe Stuard, collezionista d’arte parmense e filantropo che alla sua morte lascia possedimenti e beni alla Congregazione di Carità di San Filippo Neri beneficiata dalla duchessa Maria Luigia d’Asburgo Lorena.

Nel 1847, su terreni fondiari ceduti da Stuard inizia l’attività con scopi di sperimentazione e scuola agraria. In questo contesto si inserisce l’impegno di Antonio Bizzozero, agronomo trevigiano che si fece promotore e maestro di pratiche e cultura agronomica nel territorio parmense. A suo nome è intitolata la Fondazione – istituita nel 1926 – di cui fanno parte i terreni del podere Stuard. Bizzozero portò come bandiera la divulgazione del sapere attraverso le sue ‘cattedre ambulanti’, delle lezioni itineranti svolte nei comuni della provincia e destinate gratuitamente agli agricoltori e alle persone interessate. Ancora oggi, all’interno delle case di famiglie contadine, si trovano pergamene come attestati di partecipazione alle lezioni di Bizzozero incorniciati alle pareti. 

Azienda agraria o agricola

Il terreno in cui si è stabilita l’Azienda Agraria Sperimentale Stuard, dal 2013 diventata società consortile non profit, sotto il controllo della Fondazione Antonio Bizzozero, oggi gestita da un Consiglio di Amministrazione di cui fanno parte rappresentati di Open Fields e della Fondazione, ha lontane radici agronomiche. L’attività dell’Azienda, nei primi anni concentrata sulla redazione dei disciplinari di produzione integrata e nei confronti varietali, si è poi dedicata anche alla produzione biologica, il recupero e la tutela della biodiversità agricola, l’agricoltura sostenibile e di precisione, le agro-energie e la formazione come supporto e riferimento per Università e Istituti scolastici agrari provinciali.

Roberto Reggiani, direttore e tecnico sperimentatore senior di Stuard: «Si parla di Azienda agraria e non agricola perché il primo termine ne spiega la completezza, lo studio tecnico e scientifico dei problemi connessi alla coltivazione della terra. L’azienda è operativa e presente sul territorio da oltre trentacinque anni e lavora su tutte le colture, non fermandosi alla sola prova varietale o alla conservazione della biodiversità ma applicando le sue conoscenze a trecentosessanta gradi». L’azienda conta complessivamente trentacinque ettari di cui venti di proprietà, il restante è rappresentato da terreni in affitto. La superficie agricola della Stuard è divisa in due parti, una a regime biologico e l’altra, minore, coltivata in ambito convenzionale. 

Coltivare un terreno a regime biologico

Se uno dei punti fermi dell’Azienda Agraria Sperimentale è quello di «puntare a garantire più qualità e resa con meno chimica, meno energia, risparmio di acqua, meno costi; avendo cura di rispettare gli equilibri del suolo e dell’ambiente e valorizzando il patrimonio di biodiversità che abbiamo ereditato», perché non tutti i campi coltivati sono a regime biologico? «La sperimentazione richiede i suoi tempi, avere una parte tradizionale permette di fare altre ricerche contemporaneamente», spiega il direttore Reggiani.

«Se si fa un confronto varietale in campo e si utilizzano parcelle diverse, l’anno successivo non potrò usare le stesse parti di terreno per altre ricerche, ma dovrò coltivare una specie da pieno campo. Per questo oltre ai terreni della Stuard coltiviamo anche campi in affitto esterni, quelli sono per due terzi in biologico. Oltre ad essere un aiuto per le sperimentazioni i campi diventano un esempio concreto di ciò che si può realizzare», continua Reggiani: «capita che l’agricoltore tradizionale che si trova vicino ad un campo biologico noti differenze positive (come la riduzione o l’azzeramento dell’uso di prodotti chimici ndr.) tanto da decidersi a modificare la sua stessa coltivazione»

La sperimentazione di colture

La sperimentazione riguarda diverse colture, sia estensive – come frumento tenero e duro, sorgo, mais, erba medica, loiessa e pisello proteico – sia orticole come cipolla, patata, melone, zucca e soprattutto pomodoro da industria – per il quale l’Azienda è un riferimento di studio da decenni.

«Con il pomodoro entra in campo il nostro motto: ‘coltivare il futuro conservando il passato’. Attraverso l’opera di miglioramento genetico ci siamo accorti che da un anno all’altro sparivano dal mercato delle varietà di pomodoro considerate performanti fino a quel momento ma che non avevano più le caratteristiche richieste dai cittadini», spiega Reggiani. «Se pensiamo al pomodoro da salsa di cinquant’anni fa dobbiamo considerare il pomodoro da mensa che ha una buccia molto sottile e una profumazione intensa, con pianta a sviluppo indeterminato e maturazione scalare. Oggi questo pomodoro non sarebbe in grado di resistere alle sollecitazioni e gli urti della raccolta meccanica e quindi si è passati ad un pomodoro più performante dalla buccia spessa, più resistente e una polpa meno sugosa, con pianta a sviluppo determinato e maturazione contemporanea». Alla Stuard si trovano in catalogo più di duecento varietà di pomodoro che altrimenti oggi non sarebbero conosciute.

Stuard – allevamento e riproduzione di avicoli autoctoni come il pollo modenese e romagnolo e il tacchino di Parma e Piacenza

«C’è il pomodoro giallo, verde, zebra, viola. È necessario riflettere sul nome che rimanda alla sua forma originaria: una bacca grossa come una mora di un giallo dorato, questo era il pomodoro». Lo stesso approccio di ricerca si applica sul oltre centocinquanta varietà di cereali antichi oltre a meloni, zucche, angurie da mostarda e fagioli. Oltre ai confronti e la conservazione delle varietà si realizzano prove di fertilizzazione, di difesa, di controllo delle infestanti, tecniche irrigue e lavorazioni.

«Per quanto riguarda i cereali abbiamo fatto delle sperimentazioni sul recupero e reintroduzione di varietà storiche di frumento come colture per la montagna o alta collina parmense capaci di valorizzare le caratteristiche organolettiche delle farine ottenute promuovendone la sostenibilità in zone agricole dove – vista la natura del terreno – non ci può essere competizione con la coltivazione cerealicola della pianura». A fianco delle produzioni vegetali – poi vendute nell’emporio all’interno dell’Azienda Agraria insieme ad altri prodotti di aziende agricole di piccole dimensioni – Stuard conduce anche un’attività di allevamento e riproduzione di avicoli autoctoni come il pollo modenese e romagnolo e il tacchino di Parma e Piacenza. 

Energia rinnovabile in agricoltura

Se nel 1983 i primi dipendenti e agronomi trapiantavano a mano e facevano la semina con pochissimi mezzi, oggi l’Azienda Sperimentale vanta l’applicazione di macchinari e lo studio di tecniche all’avanguardia. Nel segno della circolarità circa diciassette anni fa, racconta Reggiani: «quando si iniziava a parlare di energia rinnovabile in agricoltura noi siamo stati tra i primi a dotarci di una caldaia alimentata con cippato di arboree. Invece del metano si utilizzano chip di legno, quindi una materia prima rinnovabile, derivata dalla potatura del frutteto, dei pioppi o dei salici piantati su terreni marginali o improduttivi aziendali. Dalla prima potatura e proseguendo a rotazione negli anni si ottiene materiale da bruciare necessario al riscaldamento degli edifici, delle serre e per l’acqua calda sanitaria»

Azienda Agraria Sperimentale: sostenibilità

Sui tetti dell’Azienda sono stati installati anche due impianti fotovoltaici – a pannello in silicio amorfo (rende con luce diffusa) e a pannello in silicio monocristallino (per luce diretta). «Da questa installazione proseguono studi scientifici come le considerazioni sulla produzione di energie rinnovabili e riduzione di emissioni di CO2 in atmosfera. La caldaia a cippato di legna da 100kW, insieme agli impianti fotovoltaici coprono l’ottanta percento del fabbisogno energetico del podere. Purtroppo, l’unico aspetto che non siamo ancora riusciti a rendere sostituibile è l’uso del gasolio da trazione per alcuni macchinari nei campi. Ma siamo positivi che arriveremo a una soluzione anche per questo».

Dal 2005 l’Azienda Agraria si è impegnata anche nello sviluppo di attività di ricerca per quanto riguarda la produzione e conversione energetica di colture da biomassa e nella riduzione emissioni di CO2 in agricoltura partecipando a progetti sperimentali a livello comunitario, nazionale e regionale. Al momento i progetti attivi attraverso il Programma di sviluppo rurale (PSR) cioè lo strumento di governo dello sviluppo del sistema agroalimentare dell’Emilia Romagna, approvato con decisione della Commissione Europea n. 3530 del 26 maggio 2015, presa d’atto con Delibera di Giunta Regionale nr 636 del 2015 – che prevede la collaborazione fra aziende agricole, enti di ricerca, consulenti e imprenditori del comparto agroalimentare per la realizzazione di progetti che propongano soluzioni innovative a problematiche concrete del comparto, sono una ventina. 

Caterpillar e la coltura della canapa

Tra questi si inserisce Caterpillar, il piano che propone lo sfruttamento di tutte le potenzialità della coltura della canapa italiana da fibra, implementando gli aspetti legati agli usi alimentari dei prodotti derivati e la valorizzazione degli scarti della lavorazione. E l’Acchiappacarbonio: grazie al Biochar, un prodotto carbonifero ottenuto dalla pirolisi degli scarti agricoli vegetali, abbiamo un ammendante agricolo in grado migliorare la qualità del suolo, aumentarne la ritenzione idrica, il contenuto di elementi nutritivi, ma soprattutto capace di trattenere carbonio in forma stabile limitandone il rilascio in atmosfera sotto forma di anidride carbonica e di gas serra.

Oltre a migliorare il terreno e la struttura del suolo tramite la sua micro e macrostruttura che favorisce la crescita di microrganismi e piccoli invertebrati, il biochar è l’unica tecnica di mitigazione dei cambiamenti climatici non solo carbon neutral, ma addirittura carbon negative, ossia sequestra più carbonio di quanto non ne emetta per produrre energia. 

l’Istituto Tecnico Agrario Superiore ‘Bocchialini’

«I campi collezione di pomodoro, di frumento e di peperoncino in serre di vetro sono i fiori all’occhiello dell’Azienda», sottolinea Reggiani: «Siamo arrivati ad avere fino a seicento varietà di peperoncino grazie alla passione del direttore precedente, il Dott. Mario Dadomo». A questo si aggiunge anche il frutteto che l’Istituto Tecnico Agrario Superiore ‘Bocchialini’, grazie alla ricerca del Professor Enzo Malegari – gestisce all’interno del fondo Stuard e presenta più di seicento varietà antiche di frutta, di cui cinquecento autoctone. «La prima ricchezza della Stuard sono le persone che ci lavorano, che con passione e amore per la ricerca ogni giorno fanno un passo per l’innovazione – evidenzia Reggiani – La madre terra è una risorsa inesauribile che cerca sempre di rigenerarsi, noi dobbiamo impegnarci per aiutarla». Tra esperti agronomi, una tecnologa alimentare, il personale amministrativo e quello dell’emporio, l’Azienda Agraria Sperimentale Stuard conta circa venti dipendenti.

Podere Stuard

Str. Madonna dell’Aiuto, 7/a,
43126 Parma PR

Mariavittoria Zaglio

L’autore non collabora, non lavora né partecipa, non riceve compensi né finanziamenti, da alcuna azienda o organizzazione che possa ricevere vantaggi economici o di sorta dalla pubblicazione di questo articolo.

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