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erba del chianti – per un ripristino della coltivazione della canapa
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Erba del Chianti: canapa tra le colline toscane

Mercati millenari decaduti ora cercano di tornare al centro di un’economia depredata da materiali artificiali: la pianta di canapa può essere la risposta

Canapa in Toscana

In Toscana, la canapa è sempre stata coltivata. La sfida di Leonardo Boni e della sua famiglia era quella di tornare a produrre canapa tra le vigne e gli uliveti dei loro campi nel Chianti. Nel 2018 l’azienda agricola Erba del Chianti comincia la coltivazione di circa mille piante all’interno dei loro tre ettari di proprietà. Nel giro di pochi anni amplia la produzione e ne aumenta i prodotti. Boni, proprietario: «Lavoriamo ogni parte della canapa – i fiori, i semi, la fibra, i principi attivi – con l’intenzione di far rinascere la coltivazione della pianta come nel passato e valorizzare il territorio del Chianti – da sempre associato alle vigne e agli ulivi».

Erba del Chianti sui colli di Impruneta

Erba del Chianti nasce da un’azienda di famiglia di origine contadina che produce vino e olio sui colli di Impruneta, in provincia di Firenze. Leonardo Boni ha voluto inserirsi in un mercato nuovo e in via di sviluppo. Nel giro di tre anni è passato da coltivare mille piante a una produzione di circa sette-otto mila, estendendo i terreni in quattro ettari per la produzione di fiori e biomassa, e quattro ettari per i semi.

«Nei primi anni ci siamo concentrati soprattutto sui fiori, creando le nostre genetiche e i nostri incroci. Il territorio del Chianti è adatto alla coltivazione di vigne e ulivi per via della sua conformazione argillosa. Per questo motivo preferiamo coltivare fuori suolo: ogni pianta cresce in vasi che godono del sole e dell’aria del Chianti, coperti in parte da una serra o da una greenhouse; questi sono riempiti con una miscela di terriccio e humus di lombrico di nostra produzione naturale al cento per cento, ricco di sostanze nutritive e sali minerali per permettere alla canapa di sviluppare i suoi aromi; non aggiungiamo né fertilizzanti né additivi chimici», continua Boni. «L’humus è prodotto da una lombricaia di circa trentacinque metri, nella quale migliaia di lombrichi fanno maturare il terreno trasformando lo sterco di cavalli in humus. Lo sterco deriva da un maneggio nelle vicinanze; scegliamo quello maturato dai sei ai nove mesi e i carichi sono di solito circa due o tre all’anno, prevalentemente d’estate, in quanto in inverno la filiera della lombricaia rallenta il suo lavoro».

Gli studi dell’Università di Firenze sulla canapa

Per poter produrre canapa di qualità, Erba del Chianti lavora con professionisti ed enti del settore. L’azienda è aiutata da un biotecnologo specializzato, un perito agrario e collabora con i corsi di Agraria – per la parte di ricerca genetica e ingegneria e per la parte di tracciabilità – dell’Università di Firenze. Entrambi i progetti di ricerca sono in via di sviluppo in questo momento, e se ne potranno ricavare i dati solo nell’inverno prossimo (sia per il progetto di genetica, portato avanti dal Professor Buti che ricerca incroci di nuove infiorescenze; sia per quello di ingegneria nel quale i ricercatori stanno selezionando dei software per il controllo della tracciabilità).

È grazie alla ricerca che l’azienda fiorentina è riuscita a produrre incroci di infiorescenze singolari, studiandone fin dall’inizio le qualità di spicco che ogni singola pianta avrebbe prodotto una volta cresciuta; queste proprietà definiscono il conseguente utilizzo della canapa: fiore, estrazione per la biomassa, per i prodotti agroalimentari e per la fibra.

Fiori Erba del Chianti

Per quanto riguarda lo sviluppo del fiore, Erba del Chianti ne ha prodotti in quantità e di differenti stili. I più noti: il Classico, il San Giovese, il SuperTuscan e l’ultima uscita, la Magnum «ottima consistenza e valori dei cannabinoidi, terpeni singolari molto accentuati sviluppati dalla pianta specialmente in settembre in base alle condizioni in cui cresce – esposizione al sole, shock termici, temperatura climatica, umidità –, ha un colore scuro violaceo», ottenuta solo dai fiori più resinosi e compatti, in costante esaurimento e venduta in buste da 1,5 grammi. La pianta cresce all’aria aperta riparata da teli che sovrastano tutta l’area coltivata, lasciando filtrare solo le frequenze solari benefiche alla sua vita. L’areazione è naturale poiché i teli sono situati solo superiormente, lasciando libera la parte inferiore.

Il rapporto idrico è regolabile in quanto ogni pianta è situata in un vaso singolo, dove si può quindi stabilirne il fabbisogno giornaliero di ognuna. La raccolta è fatta a mano. «I benefici di questa cura della raccolta a mano sono di gran lunga superiori al rendimento della velocità che può dare quella di raccogliere a macchina», sottolinea Boni, «ogni qualità, partendo dalla consistenza e l’integrità del fiore, fino al mantenimento di tutti i profili terpenici – olii essenziali che conferiscono aromi e proprietà benefiche – che la pianta rende durante la crescita, non viene persa con la raccolta e la pulizia manuale. Questo possiamo permettercelo solo per la nostra piccola produzione. La modalità della raccolta e della pulizia dei fiori manualmente sembra coincidere con quella dei vini millesimati, provenienti da grappoli d’uva scelti per la loro qualità e solo in piccoli appezzamenti di terreno».

La raccolta e la pulizia a mano dei fiori di canapa

Una volta raccolti, i fiori devono essere puliti dai rami. Anche qui ci sono vari metodi che utilizzano macchinari appositi – chiamati destemmers – ma che, come sopra, tolgono almeno in parte le sfumature, soprattutto degli aromi, della pianta. Erba del Chianti pulisce i fiori uno ad uno solo con forbici e con molte mani a disposizione. L’ultimo step della filiera della canapa è l’essiccazione: anche questa, curata con la massima attenzione, tanto che gli ambienti sterili dove vengono messi a essiccare i fiori sono idonei al trattamento di generi alimentari. La ricerca offre l’opportunità di sapere a chi vendere tutti i prodotti ancora prima di averli fatti.

Grazie ai molti incroci creati da Erba del Chianti, l’azienda può permettersi di vendere anche le piante a vivai e privati – è infatti iscritta alla vendita di florovivaistica; dispone di canapa per tessuti e fibre e soprattutto estrae CBD – il principio attivo, non psicoattivo (THC), della canapa – per la produzione di biomassa. Le piante con i valori più alti di CBD vengono sfruttate per estrarne il principio attivo e utilizzarlo nella cosmetica. In questo caso il valore estetico della pianta non ha molta importanza in quanto servirà poi solo all’estrazione di CBD dal fiore. 

Valorizzazione della biomassa

Dal 2021 la cosmetica in Europa può essere fatta anche a base di CBD, mentre prima era possibile farla solo a base di olio di semi di canapa. Erba del Chianti ha sette prodotti a base di olio di semi di canapa (tra i quali shampoo, bagnoschiuma, creme per il corpo, saponi), e lanceranno dopo l’estate il primo prodotto a base di estratto di CBD proprio grazie all’aggiornamento della normativa europea di febbraio 2021. «Già da tempo questa nuova linea agli estratti di CBD era ferma in un cassetto», continua Leonardo, «e grazie alla collaborazione con dottori dei centri della terapia del dolore, abbiamo potuto sviluppare alcune nuove formulazioni per far fronte alla cura del viso e ad alcune malattie come l’acne ed eczemi, creando creme all’arnica con estratti di CBD».

Legno a base di canapa

Erba del Chianti è presente anche nel settore del food e del beverage. Mantenendo l’idea del naturale al cento per cento, l’azienda produce vari tipi di pasta alla canapa – preparata con farina di canapa (che a sua volta deriva dai semi di canapa), ha un retrogusto di nocciola, ricca di omega 3 e 6, è meno calorica della pasta tradizionale ma contiene un elevato valore proteico; produce anche due tipi di birre, una chiara e una scura, e olio di semi di canapa. L’ultimo progetto ideato da Leonardo è una nuova filiera produttiva di un materiale a base di canapa completamente ecosostenibile che potrebbe sostituire il legno per la creazione di accessori e mobilio, con un impatto ambientale pari a zero. Il progetto prende forma grazie alla collaborazione di Thanos e Katia Zakopoulos, designer fondatori di CTRLZAK – una proposta di design osservato da un punto di vista più artistico che imprenditoriale.

«CTRLZAK ci sta aiutando a rivoluzionare il marchio del nostro prodotto. Anche grazie a loro, stiamo sviluppando questo materiale a base di canapa e resina di anacardo con cui stiamo costruendo accessori per la nostra azienda, e produrremo una linea di mobili a sostituzione del legno. A questi risultati ci siamo arrivati dopo circa due anni di ricerca e grazie all’aiuto di un’azienda Campana che ha sviluppato il brevetto di questo materiale completamente ecosostenibile, ad impatto zero, resistente e a buon mercato. Ora siamo ancora agli inizi, ma presto dovremo creare una nuova filiera produttiva dedita solo allo sviluppo di quest’ultimo progetto».

Erba del Chianti

Azienda agricola con sede legale in via Iacopo Nardi, 2 – 50132 Firenze. Leonardo Boni è titolare e fondatore dell’azienda assieme al cugino Niccolò Pacini

Andrea Valbusa

L’autore non collabora, non lavora né partecipa, non riceve compensi né finanziamenti, da alcuna azienda o organizzazione che possa ricevere vantaggi economici o di sorta dalla pubblicazione di questo articolo.

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